Il ministero della Salute ha avviato accertamenti sul trattamento dei bambini con disforia di genere all’interno dell’ospedale fiorentino di Careggi, ossia nel centro che aiuta i minori a cambiare sesso. In particolare l’indagine è mirata sull’uso della triptorelina, farmaco antitumorale in grado anche di fermare la pubertà. Trattamento che però, precisa la Regione Toscana, avviene "in applicazione della normativa vigente".
Il caso è partito dal capogruppo Fi in Senato, Maurizio Gasparri, che a dicembre aveva presentato un’interrogazione sull’uso della triptorelina che "verrebbe somministrata a bambini di 11 anni senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica".
Il ministero ha inviato a Firenze i suoi ispettori ed esperti per avviare un confronto con Careggi, "senza alcun intento punitivo", precisa il capo della segreteria tecnica Mara Campitiello, ma "per fare chiarezza". Sull’uso del farmaco, il ministero aveva già chiesto una rivalutazione al comitato nazionale di bioetica e all’Aifa, mentre alle Regioni ha chiesto il numero dei casi in trattamento.
Nella relazione inviata dalla Toscana si spiega che l’età media dei pazienti che accedono al Crig, ovvero il Centro regionale per l’incongruenza di genere di Careggi è "di 14,8 anni e quella dei casi per i quali risulta necessario il trattamento farmacologico" con triptorelina "è di 15,2 anni. Nel 2023 gli accessi sono stati 150 e le prescrizioni 26".
Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti nella segreteria del Partito Democratico, interviene duramente: “Contro l’ospedale Careggi di Firenze e il suo personale sanitario è in atto una vera e propria crociata politica, che, attraverso le pressioni della destra, sta spingendo il ministero della Salute a intralciare l’operatività della struttura sanitaria stessa. Gli ispettori ministeriali, che da ieri indagano all’interno della struttura, sono solo l’ultimo atto di una serie di azioni che hanno una precisa finalità: fermare quello che è un centro di eccellenza per l’assistenza psicologica e sanitaria a persone e adolescenti transgender. Mi chiedo come la destra, e in particolare il ministro Schillaci, non ascoltino il grido a difesa del centro delle decine di genitori che ribadiscono come il Careggi abbia salvato la vita dei propri figli. L’identità di genere è un diritto fondamentale della persona, come la Consulta ha ribadito in più sentenze, sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo".
L’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini, evidenzia che a Careggi "le attività e i percorsi clinico assistenziali sono svolti in applicazione della normativa vigente, delle raccomandazioni scientifiche nazionali e internazionali nonché, per il trattamento farmacologico, della determina Aifa".
Il Crig, spiega la Regione, è stato istituito con una delibera regionale del 2018, poi con un decreto dirigenziale del 2019 si è definito il percorso terapeutico. Ma in totale in Italia sono una trentina le strutture che si occupano di disforia di genere. Sull’uso del farmaco, invece, le indicazioni sono quelle di Aifa.
Nella relazione, la Regione Toscana precisa che l’accesso al centro avviene con l’invio dei pazienti da parte di consultori, delle unità di salute mentale, dei pediatri, dei medici e "in casi rari tramite accesso diretto delle famiglie". Uno psicologo valuta, "se il paziente soddisfa i criteri diagnostici per la disforia di genere" e in caso affermativo "l’utente e la famiglia continuano a ricevere regolari colloqui psicologici di sostegno" e avviene l’attivazione "dell’equipe multidisciplinare e specialistica".
Se l’equipe conferma la diagnosi "la famiglia e l’adolescente sono presi in cura dall’endocrinologo" per la visita e gli "accertamenti diagnostici" per "l’eventuale prescrizione del farmaco, previo il consenso informato di entrambi i genitori e dell’adolescente".
Gasparri si è detto soddisfatto dell’arrivo degli ispettori: "Ho sollevato una questione che merita approfondimenti e riflessione da condurre con equilibrio e serietà ma anche con grande attenzione". Positivo il commento anche del capogruppo Fi in Toscana Marco Stella, per il quale va chiarito se "c’è o non c’è un supporto psichiatrico per dei pazienti così giovani". "Stupito" invece il Pd toscano che si dice sicuro "che verrà confermata la correttezza dei protocolli" e si augura che non ci siano "strumentalizzazioni".
L’assessore Bezzini ha inviato una nuova nota dove dichiara: "Si può discutere di tutto ed è giusto anche fare degli approfondimenti, la maggioranza e le opposizioni hanno ruoli di verifica su quello che si fa, a me non spaventa il fatto che qualcuno voglia approfondire, purché si evitino strumentalizzazioni che francamente su questa cosa stanno passando il limite. Che ci sia una riflessione sul merito è un elemento giusto, che noi accettiamo, ci confrontiamo con grande trasparenza con tutti gli attori che vogliono confrontarsi, ma evitiamo strumentalizzazioni politiche su questioni estremamente delicate".
Gilda Giusti