Cinema: è morta Sandra Milo. “Musa” di Fellini: sfondò con “8 e 1/2”. Fu anche vicina a Craxi

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"Ciao Sandrocchia", così il mondo del cinema saluta la Milo, personaggio indelebile della macchina da presa e non solo. Era stata la "musa" di federico Fellini, un mito. Il quale, appunto la chiamava così: Sandrocchia.

Sandra Milo, scomparsa a 90 anni, oggi 29 gennaio 2024, si chiamava in realtà Salvatrice Elena Greco, nata l’11 marzo 1933 a Tunisi, come la sua più famosa collega e compagna di viaggio, Claudia Cardinale, in un film che ha fatto la storia del cinema, ‘8 1/2′.

Le avevano costruito, per esigenze sceniche, il clichè di donna svampita, bellissima, dalla risata un po’ querula e penetrante che si aggira sul tappeto di fotogrammi di celluloide del più importante, premiato e amato film di Fellini.

I piu’ giovani, ma anche i quarantenni, non collegano immediatamente il nome di Sandra Milo alla femme fatale di ‘8 1/2′. Ma lei è stata (e sara’ per sempre) Carla, l’amante del regista Guido Anselmi, alias Marcello Mastroianni (sullo schermo), alias Federico Fellini (nella realtà), diventata, alla stregua di Mary Pickford, ‘fidanzata d’America’ degli anni ’30 a Hollywood, emblema e simbolo vivente dell’amante italiana degli anni Sessanta.

Donna prorompente, maggiorata, per un decennio protagonista del cinema italiano (e quindi mondiale) prima con Rossellini (‘Il generale Della Rovere’ del 1959) e Antonio Pietrangeli (‘Adua e le compagne’ del 1960 e ‘Fantasmi a Roma’ del 1961), poi con Fellini che volle ‘Sandrocchia’ in ‘8 1/2’ (1963) e poi in ‘Giulietta degli Spiriti’ (1965), dove in una sorta di gioco perverso e tipico di quel maschio alfa che si immaginava sultano (vedi ‘La citta’ delle donne’), mise accanto moglie e amante compiacendo il proprio ego virile e donando al mondo l’ennesimo capolavoro. E quella immagine di una bellissima e apparentemente spaesata Sandra Milo rimane impressa nella mente di tutti.

Una donna esuberante, che giocava a fare l’oca e che ha vissuto molte storie importanti oltre Fellini. La sua vita sentimentale, infatti, è stata molto movimentata: fu sposata a 15 anni col marchese Cesare Rodighiero da cui ebbe un figlio morto alla nascita e dal quale divorziò dopo 21 giorni (matrimonio poi annullato dalla Sacra Rota); poi si legò per 11 anni col produttore greco Moris Ergas che la fece debuttare con Rossellini e Pietrangeli, da cui nacque Deborah, giornalista televisiva; quindi una successiva unione con Ottavio De Lollis con la nascita di Ciro e poi di Azzurra.

Molte vite le ha vissute anche dal punto di vista professionale, segno di un’intelligenza brillante e una grande autoironia e caparbieta’. La sua vicenda professionale e’ stata caratterizzata dall’abbandono del cinema alla fine del decennio d’oro degli anni ’60, per un ritorno sulle scene al termine del decennio successivo, in un contesto politico-culturale profondamente mutato. Prima in radio poi in televisione, e’ riuscita a riaffermarsi come icona e a radicalizzare la sua presenza in maniera efficace e permanente.

In realtà nel 1973 avrebbe avuto l’occasione di legare il suo nome a un altro film (e un altro personaggio) di culto: Fellini l’avrebbe voluta in ‘Amarcord’ nel ruolo della Gradisca (poi interpretato da Valentina Cortese), ma, se avesse accettato, l’ex compagno De Lollis le avrebbe tolto l’affidamento dei loro due figli.

Rinunciò al film di Fellini, ma tornò comunque a lavorare, prima in radio (‘Il mattiniere’ nel 1975) e poi, nel 1977 con l’aiuto dell’amico Maurizio Costanzo, in televisione, ove approdo’ come ospite nel primo talk show italiano ‘Bonta’ loro’ in una delle serate che lei defini’ tra le piu’ importanti della sua vita. Arrivarono poi gli anni in cui collaboro’ con ‘Mixer’ con Gianni Minoli e condusse ‘Piccoli Fans’ su Rai 2, la rete socialista della televisione pubblica.

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Sandra Milo è entrata involontariamente nella storia della televisione italiana anche per uno scherzo telefonico (di pessimo gusto) messo in pratica ai suoi danni: l’8 gennaio 1990, durante la trasmissione pomeridiana ‘L’amore e’ una cosa meravigliosa’ che condusse su Rai 2 nella stagione 1989-90, una voce femminile in diretta la informò che suo figlio Ciro era ricoverato in ospedale in gravi condizioni in seguito a un incidente stradale. Sandra non riuscì a trattenere le lacrime e scappò, disperata dallo studio urlando il nome del figlio.

Le urla di una sconvolta Sandra Milo vennero riprese da trasmissioni come ‘Blob’, ‘Striscia la notizia’ e ‘Target’, rendendole tanto popolari da essere citata nella canzone ‘La strana famiglia’ di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, incisa nel 1991.

Successivamente ispirò il titolo di una trasmissione satirica di Italia 1: ‘Ciro, il figlio di Target’. Legata al Partito socialista italiano fin dagli anni Sessanta (fu molto vicina a Pietro Nenni), negli anni ’80 ebbe un legame anche sentimentale molto forte con Bettino Craxi, allora leader del Psi.

Di questa sua vita a contatto col mondo politico, vissuto all’interno del sistema destinato a essere spazzato via da Tangentopoli, ne scrisse in un libro in parte autobiografico pubblicato nel 1993 dall’editore napoletano Pironti, ‘Amanti’, dove racconto’ in maniera chiara e diretta i retroscena di qualche decennio di vita pubblica italiana, ricostruendo la mappa dei luoghi e delle situazioni in cui si muovevano i protagonisti della Prima Repubblica, dai leader politici ai cortigiani, dai portaborse e i segretari compiacenti alle attricette e ai ruffiani.

"Ho voluto parlare di un’Italia di corruzione, di corrotti e di corruttori, proprio perche’ anch’io in qualche misura ho interpretato il doppio ruolo", ammetteva l’attrice nel libro in cui sosteneva che la seduzione era stata per lei un’arma a doppio taglio, perchè nell’esprimere la sua forza, di fatto ha finito per metterla sotto accusa.

Sandra Milo ha continuato a lavorare e a farsi apprezzare in tv. E’ stata infatti protagonista su Sky di ‘Quelle brave ragazze’, un viaggio per il mondo in compagnia di Mara Maionchi e Marisa Laurito. Una trasmissione in cui si rimise in gioco. Per l’ennesima volta.

Gilda Giusti

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