Festival di Sanremo: business da 60 milioni. Nuovo record di pubblicità

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Meglio del calcio e di qualunque altro intrattenimento (lasciamo perdere le tanto annunciate sfide in diretta Meloni-Schlein): Sanremo, e non da ora, è la vera miniera d’oro della Rai. Sarebbe bello averne magari due l’anno per tornare a riempire casse che le nuove direttive sul canone hanno in parte svuotato. Gli incassi pubblicitari fanno la parte del leone con grandi sponsor e c’è la possibilità di arrivare a 60 milioni, cifra che rappresenta il vertice della piramide.

Il Festival, sempre targato Amadeus, che andrà in scena in questo avvio del 2024 avrebbe già assicurato un affarone da 60 milioni di euro in pubblicità. Nel 2023 si superò abbondantemente quota 50 milioni, nel 2022 furono 42 milioni, 37-38 i milioni del 2020. In pratica dal 2018 a oggi gli introiti pubblicitari sono raddoppiati.

Se verrà raggiunto il record dei 60 milioni si eguaglieranno gli introiti pubblicitari degli ultimi Mondiali di calcio, con la differenza che i diritti dell’evento costarono alla Rai 150 milioni. Mentre il Festival costa molto meno.

Per la convenzione con il comune di Sanremo la Rai spende poco più di 5 milioni, gli ingaggi poi non sono cifre da capogiro. Ovviamente Amadeus è in testa con circa 700 mila euro di ingaggio, 180-200 mila sono le spese per le co-conduzioni, con Mengoni il più pagato davanti a Cuccarini, Giorgia e Mannino.

Nutrita come sempre la spedizione di tecnici, dipendenti e dirigenti che da Viale Mazzini riempiranno gli alberghi della riviera, circa 700 persone. Poi ci sono i grandi ospiti che non vengono certo gratis (per un’eventuale presenza di Sinner si vocifera da giorni un ingaggio di 100 mila euro). Sicuramente quest’anno il cast messo su dal direttore artistico Amadeus è superiore rispetto alle precedenti edizioni da lui condotte. E quindi non è da escludere che anche gli ascolti possano trarne beneficio, per non parlare dei discografici e delle radio che trasmetteranno i brani a spron battuto.

Da superare c’è la media del 66% di share registrata nella serata finale dell’anno scorso, la più alta dal 1997, quando il festival, condotto da Mike Bongiorno con Piero Chiambretti e Valeria Marini fece segnare il 68,29%. E Amadeus farà di tutto per battere il record, visto che – salvo ripensamenti dell’ultimo momento – questo sarà il suo quinto e ultimo Sanremo. Per il prossimo anno la Rai dovrà scegliere il successore. Carlo Conti e Paolo Bonolis partono in prima fila.

Nel primo caso non ci sarebbe bisogno del direttore artistico, nel secondo sì (nelle precedenti edizioni condotte da Bonolis c’era Mazzi come direttore artistico).Con Bonolis tornerebbe a Sanremo anche Lucio Presta, l’agente che quest’anno ha divorziato da Amadeus proprio alla vigilia del Festival. E chissà se come direttore artistico non venga scelto Morgan.

Un altro tema da non sottovalutare è l’ordine di apparizione dei cantanti, che essendo in 30, vede gli ultimi esibirsi sicuramente penalizzati dal televoto, perché i telespettatori in terza serata diminuiscono e c’è meno tempo a disposizione per votare rispetto a chi canta nella prima fascia. A riguardo è stato assicurato che si terrà il sorteggio in mattinata, tuttavia il televoto non è un fattore trascurabile per la vittoria finale.

Gilda Giusti

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