Nell’inchiesta sui presunti fallimenti pilotati, che coinvolge imprenditori, professionisti e prestanome (le cosiddette "teste di legno"), la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 indagati.
Le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta fraudolenta, falso e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Udienza preliminare al via dal 26 marzo davanti al giudice Antonella Zatini.
Rischia il processo anche l’imprenditore Niccolò Donzelli, fratello di Giovanni Donzelli, parlamentare di FdI. Niccolò Donzelli era presidente del cda dell’azienda di consulenza pubblicitaria Antiche tipografie srl e di Aria Advertising, due società finite al centro dei controlli della guardia di finanza.
La procura, tra gli altri, ha anche chiesto il processo per l’avvocato Vieri Romagnoli e per il commercialista Vincenzo Pilla. Sono state, invece, stralciate le posizioni di cinque indagati per i quali è stata chiesta l’archiviazione. Sono operai e tipografi, ex componenti del cda di Antiche Tipografie, che nell’interrogatorio successivo all’avviso di conclusione indagini hanno dimostrato alla procura la propria estraneità alle decisioni aziendali divenute oggetto di indagine.
L’inchiesta è emersa il 13 ottobre 2022, con arresti e misure interdittive nei riguardi di professionisti e imprenditori. Commercialisti e avvocati, ritiene la procura, avrebbero costituito la "squadra di pronto intervento all’ultimo miglio" per aziende in stato di insolvenza.
Prima della dichiarazione di fallimento, i professionisti, ricostruisce l’accusa, anziché individuare soluzioni meno dannose per le società, avrebbero suggerito stratagemmi per occultare il dissesto e salvare gli amministratori: nomine di prestanome, artifizi per coprire distrazioni, alterazioni o distruzione dei valori economici e finanziari nelle scritture contabili, dirette a ostacolare l’opera di ricostruzione delle attività, del patrimonio e del volume d’affari da parte della curatela.
