Morte di Navalny: il corpo non è all’obitorio. 359 arresti un Russia per manifestazioni spontanee. G7: “Indigna ti”

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I russi non hanno accettato in silenzio la morte di Alexei Navalny, nonostante la repressione delle forze dell’ordine. Sono almeno 359 gli arresti in trentadue città russe durante le manifestazioni, soprattutto contro Putin, spontanee in memoria di Alexei Navalny. Lo riferisce la ong russa per i diritti umani Ovd-info.

Il governo britannico ha convocato i diplomatici dell’ambasciata russa per comunicare che le autorità russe sono ritenute "pienamente responsabili" della morte di Navalny. Il ministero degli Esteri britannico ha affermato nella sua dichiarazione che la morte di Navalny nella sua prigione artica deve essere "oggetto di un’indagine completa e trasparente".

I ministri degli Esteri del G7 "hanno espresso la loro indignazione per la morte in detenzione di Alexei Navalny, ingiustamente condannato per attività politiche legittime e per la sua lotta contro la corruzione. Hanno chiesto alle autorità russe di chiarire pienamente le circostanze della sua morte" e "hanno invitato la Russia a porre fine all’inaccettabile persecuzione del dissenso politico, nonché alla repressione sistematica della libertà di espressione e all’indebita limitazione dei diritti civili".

Intanto la madre del dissidente è stata informata che l’oppositore russo è rimasto vittima di una "sindrome da morte improvvisa" e che il corpo non sarà riconsegnato alla famiglia fino alla fine delle indagini.

"Quando l’avvocato e la madre di Alexei sono arrivati alla colonia penale questa mattina, è stato detto loro che la causa della morte di Navalny era la sindrome da morte improvvisa", ha scritto su X Ivan Zhdanov, che dirige la Fondazione anticorruzione di Navalny. "Sindrome da morte improvvisa" è un termine generale per varie sindromi cardiache che causano arresto cardiaco improvviso e la morte, riferisce il Guardian.

La portavoce di Alexei Navalny, Kira Yarmysh, ha accusato oggi le autorità russe di "mentire" sulle cause della morte dell’oppositore e di cercare di "fare di tutto per non consegnare il suo corpo". All’avvocato di Navalny è stato detto che "la causa della morte non è stata stabilita" ancora, ha affermato Yarmysh sul canale Telegram del team, ripreso dalla testata Dozhd.

Il corpo di Alexei Navalny non è nell’obitorio che era stato indicato dalle autorità russe: lo sostengono i collaboratori del dissidente russo morto in carcere. L’avvocato di Navalny, che oggi è arrivato nella città di Salekhard con la madre di Navalny – Lyudmila – ha chiamato un numero dell’obitorio e gli è stato detto che "il corpo di Alexei non è all’obitorio", come invece aveva affermato la prigione in cui Navalny è morto: lo hanno scritto su Telegram i suoi collaboratori.

La visione di Alexei Navalny per una Russia diversa sarà mantenuta viva dal suo team, ha detto la sua portavoce Kira Yarmysh. "Abbiamo perso il nostro leader, ma non abbiamo perso le nostre idee e le nostre convinzioni", ha detto Yarmysh alla Reuters via Zoom, secondo quanto riferisce il Guardian. Yarmysh ha aggiunto che il team ritiene il presidente russo Vladimir Putin direttamente responsabile di quello che ha definito l’omicidio di Navalny. "Sapevamo che c’era un rischio, lo sapeva anche Alexei. E ieri l’hanno assassinato come avevano pianificato di fare tre anni fa", ha accusato la portavoce.

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