Crollo a Firenze, il procuratore capo: “Nel cantiere tante criticità”. Corpi sfigurati. Al lavoro c’erano altri 10 operai

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Era pericoloso il cantiere di via Mariti? Il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, lo dice chiaramente, pur nel rispetto del segreto istruttorio. "C’erano tante criticità", dove la trave è crollata provocando la morte di cinque operai, di cui uno ancora disperso.

Significa che l’accusa di crollo e disastro colposo plurimo e di inosservanza delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, per il momento contro ignoti, potrà alla fine riempirsi con un numero non indifferente di imputati.

E ancora: "Sulla dinamica del crollo è prematuro dire qualcosa, ma il dato molto empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui ci siamo portati nel cantiere".

CORPI SFIGURATI – E ancora: chi indaga conosce i nomi dei morti e del disperso, ma ancora non si riesce ad abbinare quei nomi ai corpi, dilaniati e martoriati dal crollo. Nel senso che mancherebbe ancora la certezza scientifica che l’operaio di cui si sta cercando il cadavere sia proprio quello del marocchino 56enne Bouzekri Rachimi.

"Il problema – ha precisato Spiezia – è abbinare i nomi ai corpi, quindi si è iniziata anche una complessa attività di identificazione su ciò che resta di questi poveri operai, che sono stati travolti da strutture imponenti per peso e cemento. E’ stata avviata con l’ausilio di esperti e richiede competenze specifiche, anche di tipo genetico perché questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche".

Quindi: "Attraverso i documenti di cantiere abbiamo i nomi di chi doveva trovarsi lì in quel momento e abbiamo motivo di ritenere che siano le persone disperse e decedute, tuttavia sappiamo i nominativi ma non sappiamo abbinarli".

ALTRI DIECI NEL CANTIERE – Poteva andare peggio? Forse sì. Oltre agli otto operai che risultano morti e feriti, secondo il procuratore stava lavorando nel cantiere "almeno un’altra decina di operai ma dobbiamo completare le ricostruzioni".

SENZA PERMESSO – Altra conferma del procuratore: agli inquirenti risulta che almeno due degli operai deceduti non avessero il permesso di soggiorno e quindi, lo si deduce, dell’autorizzazione a lavorare in un cantiere così complesso, dove, verosimilmente, sono necessarie professionalità ed esperienza.

INDAGINI – "Le indagini sono complesse. Tuttavia la Procura di Firenze da subito ha adottato tutte le iniziative per assicurare le principali fonti di prova. Ovviamente il lavoro di acquisizione delle fonti di prova non è ultimato ma possiamo dire che abbiamo messo al riparo quelli che sono i principali dati probatori che ci serviranno anche per le ricostruzioni di tipo tecnico".

Il fascicolo d’inchiesta, come detto ancora a carico di ignoti, è stato aperto per le ipotesi di reato di omicidio plurimo aggravato dall’inosservanza delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e disastro per crollo colposo.

Sandro Bennucci

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