Crollo a Firenze: aperto un varco per cercare il disperso. Il fratello di una vittima: “Lui lavorava tanto, met à soldi in nero”

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterPrint this pageEmail this to someone

Le squadre dei vigili del fuoco, nel cantiere di via Mariti a Firenze, sono riuscite a liberare un varco per accedere alla zona interessata dove si sta cercando l’ultimo disperso. Stanno operando anche alcuni mezzi meccanici.

Dall’inizio delle operazioni, oltre al comandante provinciale, il vice comandante vicario e ai vari funzionari del comando di Firenze, si stanno alternando diverse centinaia di unita’ di vigili del fuoco con varie specializzazioni: Usar (Urban Search And Rescue), Saf (Speleo Alpino Fluviale), Gos (Gruppo Operativo Speciale), Sapr (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), Coem (Comunicazione in Emergenza), cinofili.

Intanto è a Firenze, dal venerdì della tragedia, il tunisino Sarhan, fratello di Mohamed Toukabri, il 54enne rimasto schiacciato insieme ad altri operai.

In un’intervista al "Corriere Fiorentino" racconta: "Mio fratello aveva soltanto 19 anni quando partì dalla Tunisia per venire in Italia. Ricordo quel giorno quando si lasciò alle spalle la nostra città, salutando i nostri genitori, era contento di partire, voleva un futuro diverso, s’imbarcò su quella nave e se ne andò, a quel tempo si poteva viaggiare liberamente tra una sponda e l’altra del Mediterraneo".

Sarhan è disperato, seduto nel corridoio di Medicina legale, all’ospedale di Careggi, in attesa del riconoscimento della salma del fratello. E’ arrivato da Napoli, dove vive e dove lavora come pizzaiolo, insieme a sua nipote Rim, la figlia della vittima.

"Ancora non ci hanno fatto vedere il corpo, ci sono ancora le indagini in corso", dice. A consolarlo ci sono l’Imam di Firenze Izzeddin Elzir e Fatima Benhijji, in rappresentanza del consolato marocchino che sta seguendo le altre vittime.

Sarhan non si capacita: "Ho sentito mio fratello l’ultima volta una settimana fa, l’ho visto in videochiamata, mi ha detto che tra pochi giorni sarebbe venuto a Napoli a trovarmi. In quella videochiamata mi disse che aveva trasferito pochi giorni prima 500 euro sul conto dei nostri genitori in Tunisia, mandava i soldi a casa di tanto in tanto e stavolta li aveva mandati per sostenere la nostra famiglia nel periodo del Ramadan".

Lavorava duro tutti i giorni, aggiunge, "viveva a Bergamo, mi raccontava che partiva ogni mattina con un furgone guidato da altri per raggiungere il cantiere di Firenze, poi la sera tornava a casa, per poi ripartire la mattina dopo. Era un lavoro duro, così diceva, non guadagnava tanto, metà soldi glieli davano regolarmente, l’altra metà invece erano in nero".

"Era andato a trovare i nostri genitori a Natale dell’anno scorso, dopo 33 anni da quando era partito – ricorda ancora -. È stato terribile informarli che mio fratello era sotto quelle macerie. Lui si impegnava tutti i giorni per lavorare duramente, non per andare a morire, non si può morire lavorando dentro un cantiere, ci sono senz’altro delle responsabilità che mi auguro siano accertate".

Gilda Giusti

Leggi anche:   Tunnel sotto l'Arno: come il Vasariano. Quando i soprintendenti decidono al posto di Palazzo Vecchio

Calendario Tweet

settembre 2024
L M M G V S D
« Ago    
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30