Monte Paschi: crollo (-9,2%) in borsa in attesa della ricapitalizzazione

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La Banca Monte dei Paschi di SienaIl ricambio del vertice e le dimissioni del presidente Tononi non hanno avuto effetti positivi sul titolo del Monte dei paschi. La reazione degli investitori è stata negativa. Sono queste le prime riflessioni degli ambienti finanziari in merito alle ultime vicende della banca senese, che a Piazza Affari venerdì scorso è arrivata ai nuovi minimi (0,2 euro). Una debacle generata anche dall’uscita successiva alle dimissioni di Viola del presidente della banca Massimo Tononi che comunque resterà in carica fino all’assemblea degli azionisti. A pesare sul tracollo del Monte che ha visto nuovi minimi a Piazza Affari(-9,3%) è stata soprattutto l’incertezza che ruota attorno all’istituto anche perché continua a circolare l’ipotesi di una revisione del piano di ricapitalizzazione con l’esclusione del diritto di opzione e la conversione dei bond subordinati, allo scopo di ridurre l’ammontare dell’aumento.

E forse per ammorbidire l’animo degli investitori che hanno meno fiducia nella possibilità di veder remunerato il loro eventuale impegno è sceso in campo anche Matteo Renzi che, da Bratislava, al termine di un vertice Ue informale ha detto: «Da Mps dipende larga parte della stabilizzazione del sistema bancario, io credo che ci siano le condizioni che un aumento di capitale si faccia e lo si faccia il più rapidamente possibile».

Il calo della banca senese è arrivato comunque in un giorno nero per tutto il comparto bancario, che ha scontato la maxi-richiesta di risarcimento (14 miliardi di dollari) rivolta a Deutsche Bank dagli Usa per le vicende legate ai mutui subprime. Ma a pesare negativamente sull’istituto senese è stato soprattutto lo scetticismo che accompagna la riuscita dell’aumento che potrebbe slittare da fine 2016 a febbraio 2017. In un suo report la RedBurn, società londinese indipendente di ricerca, ha rilevato come sia opinione diffusa che Siena «farà fatica» a portare a termine l’aumento anche con un successo del referendum costituzionale. Nel frattempo è già partita la corsa alla successione di Tononi. In pole positioni ci sono gli esterni come Lorenzo Bini Smaghi, Vittorio Grilli e Fabrizio Saccomanni ai quali si contrappongono i candidati interni come Roberto Isolani e Antonino Turicchi.

 

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