Elezioni regionali in Sardegna: 4 candidati alla presidenza. Test per il “campo largo” della sinistra

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Hanno preso il via, nei 377 comuni della Sardegna, oggi 25 febbraio 2024, le operazioni di voto per l’elezione del Presidente della Regione e per il rinnovo del XVII Consiglio Regionale. Dalle 6.30 di oggi, dopo le operazioni preliminari, si potrà votare fino alle 22.

Gli elettori – suddivisi in 1884 sezioni nelle 8 circoscrizioni (Cagliari, Medio Campidano, Carbonia – Iglesias, Oristano, Nuoro, Ogliastra, Sassari e Olbia-Tempio) – sono 1.447.761, di cui 709.840 uomini e 737.921 donne. Fra i 1416 candidati saranno scelti i 60 consiglieri che andranno a comporre la diciassettesima legislatura del Consiglio Regionale della Sardegna.

I candidati presidente sono quattro: Paolo Truzzu per il centrodestra con 9 liste (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Partito sardo d’Azione, Riformatori sardi, Alleanza Sardegna-Partito Liberale, Sardegna al centro 20Venti, Udc, Democrazia Cristiana con Rotondi); Alessandra Todde per il Campo largo a trazione M5s-Pd con 10 liste (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Progressisti, Alleanza Verdi Sinistra, Uniti per Alessandra Todde, Sinistra Futura, Partito Socialista-Sardi in Europa, Fortza Paris, Demos, Orizzonte Comune); Renato Soru per la Coalizione sarda con 5 liste (Progetto Sardegna, Azione-+Europa-Upc, Italia Viva, Rifondazione Comunista, Liberu, Vota Sardigna); Lucia Chessa per Sardegna R-esiste con una lista.

In Sardegna le elezioni sono a turno unico senza ballottaggio e le vince il candidato governatore che prende anche solo un voto in più rispetto agli avversari a prescindere dal risultato delle liste. La governabilità al presidente eletto viene assicurata dal premio di maggioranza: con oltre il 40% dei consensi, la coalizione collegata ha diritto al 60% dei 60 seggi del consiglio regionale; se ottiene tra il 25% e il 40% ha diritto al 55% dei seggi.

Se invece il candidato presidente ottiene un risultato personale inferiore al 25% o superiore al 60% si procede con la ripartizione proporzionale. Un seggio, tra quelli spettanti alle minoranze, è assegnato di diritto al primo dei candidati presidente sconfitti. Per evitare la frammentazione è stabilita una soglia di sbarramento: il 10% dei voti validi in ambito regionale per le coalizioni e il 5% per le liste non coalizzate.Si vota su un’unica scheda di colore verde.

L’elettore può barrare il nome del candidato governatore e il simbolo di lista e può esprimere una preferenza scrivendo il nome di un candidato consigliere. Le preferenze possono essere due ma solo se i candidati sono di sesso diverso nel rispetto del principio della parità di genere.

E’ ammesso il voto disgiunto, ossia la contemporanea scelta di un presidente e di una lista non a lui collegata.Le circoscrizioni elettorali sono 8: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia-Tempio, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra. L’astensionismo resta un’incognita di questa tornata elettorale. Alle precedenti consultazioni, nel 2019, votò appena il 53,7% degli aventi diritto.

Ernesto Giusti

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