Salute, fumo: in Italia la percentuale dei giovani che fumano è il doppio degli altri paesi europei

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I giovani ed il fumoDallo studio Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), che ha coinvolto 35 Paesi europei e un totale di 96.043 studenti, emerge un dato molto preoccupante per la salute dei nostri ragazzi. I giovani italiani fumano più di tutti i loro coetanei in Europa. La rilevazione, condotta in Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr), è stata presentata oggi presso l’Agenzia europea per il monitoraggio del fenomeno droga (Emcdda).

UE – Al termine dell’esame di tutti i principali Paesi dell’Ue risulta che, mentre in Europa i dati sul fumo sono incoraggianti, con la percentuale di fumatori quotidiani diminuita dal 21% al 12% e meno di un quarto (21%) che si dichiara «fumatore corrente» (ovvero di aver fumato negli ultimi 30 giorni), l’Italia si pone controcorrente e segna dati negativi record. Nel nostro Belpaese la percentuale di fumatori abituali si situa al 37%, una diffusione quindi molto più elevata, quasi il doppio rispetto alla media dei coetanei europei e stabile nel tempo, a differenza degli altri paesi dove ha fatto registrare considerevoli diminuzioni.

ISS – Secondo gli esperti dell’Istituto Superiore di sanità occorre aumentare ancor più il prezzo delle sigarette per frenare la diffusione fra i giovani. “La politica più richiamata dall’Oms per contrastare la diffusione del tabagismo è stata ed è sempre l’aumento del prezzo delle sigarette. L’Organizzazione dice che è la prima azione per aiutare le persone a smettere e per disincentivare i giovani”.

ESEMPI – Da contrastare sono anche gli esempi sbagliati, da quelli in famiglia alla pubblicità nascosta. “Le indagini ci dicono pure che il 30% delle famiglie lascia fumare in casa – sottolinea Pacifici dell’ISS – se il genitore lascia fumare in casa è un messaggio di tollerabilità che dovrebbe essere abbattuto. Poi c’è il problema che uno dei canali di pubblicità più forti del prodotto e che ha maggiore peso sono i film e le serie tv, dove le scene di fumo abbondano, per non parlare di altri modelli negativi che spopolano, dai cantanti agli attori”.

 

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