Monsignor Gambelli, nuovo arcivescovo di Firenze: sarà ordinato il 24 giugno. Ecco il suo stemma

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Don Gherardo Gambelli, nuovo arcivescovo di Firenze, successore del cardinale Giuseppe Betori, sarà ordinato il 24 giugno 2024 nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la celebrazione inizierà alle 10.30 e sarà preceduta alle 10, davanti alla Loggia del Bigallo, dal saluto di don Gambelli alle autorità civili, Sindaco, Prefetto, Questore e Presidente della Regione, e alle 10.20, all’interno del Battistero, dalla preghiera a San Giovanni Battista e dalla consueta offerta dei Ceri da parte del Comune e della Società di San Giovanni Battista.

Lo stemma di Sua Eccellenza Monsignor Gherardo Gambelli – realizzato dal grafico araldista, Giuseppe Quattrociocchi – si presenta con gli ornamenti esterni caratteristici di un Arcivescovo
Metropolita: un cappello prelatizio (galero) di colore verde con dieci fiocchi pendenti per ciascun lato dello scudo, disposti 1-2-3-4;

la croce astile doppia trilobata (detta anche “croce patriarcale”);

il pallio, collocato in punta, segno distintivo della dignità dei Metropoliti, ovvero degli Arcivescovi che presiedono una provincia ecclesiastica (Metropolia) di cui fanno parte una o più diocesi (dette “suffraganee”). Questo paramento liturgico – costituto da un nastro di lana bianca circolare, con due pendenti nella parte anteriore e posteriore, terminanti con due lingue di colore nero e ornato di 6 crocette nere – viene indossato dai Metropoliti entro i confini della loro provincia ecclesiastica ed esprime un particolare legame con il Papa e con la Chiesa di Roma; infatti viene benedetto e consegnato dal Papa ai nuovi Metropoliti ogni anno il 29 giugno, Solennità dei SS. Pietro e Paolo.

un cartiglio contenente il motto scelto dal nuovo Arcivescovo. Lo scudo si presenta diviso in 3 parti, secondo quella partizione che in araldica prende il nome di “interzato in pergola rovesciata” e contiene – nelle figure, negli smalti e nei metalli – elementi che rappresentano la vita e il ministero del nuovo Arcivescovo:

Nel primo terzo a sinistra (destra araldica), in campo azzurro, è rappresentato un monte all’italiana costituito da tre colli, sormontato dai una stella ad 8 raggi, il tutto di argento. L’azzurro è il colore del cielo e rappresenta le virtù più elevate; è il colore mariano per eccellenza. In questo terzo sono rappresentate le Parrocchie “mariane” guidate come parroco da don Gherardo, ovvero la Madonna della Tosse (i 3 colli del monte rappresentano le 3 arcate del portico sulla facciata della chiesa) e l’Immacolata a Montughi (la stella e il metallo argento, simbolo di purezza).

Nel secondo terzo a destra (sinistra araldica) è rappresentata la parrocchia di S. Stefano in Pane a Rifredi. Il rosso è il colore del martirio e della carità. Il pane spezzato – oltre a richiamare il titolo della parrocchia – rappresenta il Pane Eucaristico e il Pane della Parola, che sono il cuore del ministero di Mons. Gambelli; richiama anche la condivisione fraterna con i poveri e con i lontani, racchiudendo quindi in sé anche l’esperienza missionaria vissuta dal nuovo Arcivescovo in Ciad.

La parte centrale dello stemma è costituita da un particolare attributo araldico detto “cancellato”, composto da più cotisse poste in banda e in sbarra che si intrecciano e si sovrappongono le une alle altre, andando a creare una grata stilizzata. Questa particolare figura, oltre a richiamare il ministero di Cappellano del Carcere, svolto dall’Arcivescovo fino al momento della nomina, rimanda anche alla comunità di Castelfiorentino e alla sua Patrona, Santa Verdiana (il metallo oro e lo smalto azzurro erano usati anche nello stemma della famiglia Attavanti, di cui faceva parte Verdiana), dedita alla penitenza e alla solitudine, che per 34 anni visse reclusa in una celletta costruita dai suoi concittadini – che non volevano farla allontanare dal paese – sulle rive dell’Elsa.

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Lo stemma è sormontato dal “capo araldico”, una cosiddetta “pezza d’onore” che indica appartenenza e che per questo motivo contiene il giglio fiorentino (rosso in campo argento), città e Arcidiocesi da cui il nuovo Pastore proviene è alle quali viene inviato come testimone di Cristo e annunciatore del Vangelo.

L’Arcivescovo Gambelli ha scelto come motto episcopale le parole della lettera ai Romani (cfr. Rm 8, 28): “OMNIA COOPERANTUR IN BONUM”: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno”.
Lo stemma viene così blasonato1: “Interzato in pergola rovesciata: nel primo d’azzurro, al monte di tre cime all’italiana d’argento, movente dalla partizione e sormontato da una stella (8) dello stesso; nel secondo di rosso, al pane spezzato al naturale posto in banda; nel terzo d’oro cancellato d’azzurro, al capo di Firenze che è d’argento al giglio aperto e bottonato di rosso.”.

L’ordinante principale sarà il cardinale Giuseppe Betori, co-consacranti il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, già Presidente della CEI e già rettore del seminario dove si è formato don Gambelli, mons. Giovanni Roncari, vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico in Anatolia, gesuita fiorentino, e mons. Dominique Tinoudji, vescovo titolare della diocesi del Ciad dove don Gambelli è stato in missione per undici anni.

All’ordinazione parteciperanno tutti i vescovi toscani, e i vescovi fiorentini alla guida di altre diocesi italiane; sarà inoltre presente s. em. Polykarpos, arcivescovo ortodosso d’Italia ed esarca dell’Europa meridionale (in rappresentanza del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I).

In Cattedrale alla celebrazione parteciperanno circa 300 sacerdoti della diocesi, la deputazione di San Giovanni Battista e le altre rappresentanze legate alla festa del patrono, autorità civili e militari, i fedeli delle parrocchie fiorentine guidate da don Gambelli e quelli di Castelfiorentino, sua città natale; parteciperà all’ordinazione anche una delegazione di detenuti di Sollicciano, dove don Gambelli è stato cappellano.

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