Ottant’anni fa, giugno 1944, attraverso la più grande operazione militare di tutti i tempi, ossia lo Sbarco in Normandia, venivano poste le basi per la sconfitta di Hitler e del nazismo. E proprio sulle coste francesi si celebra l’anniversario: arrivano i veterani e tutti si alzano in piedi come fossero Capi di Stato. È un applauso lungo e lento, come il passo di chi ancora riesce a camminare o come l’andatura delle sedie a rotelle che avanzano piano tra le bandiere, a godersi il momento.
C’è chi fa il saluto militare anche se è in giacca e cravatta, chi indossa l’uniforme e stringe le medaglie al petto con la mano, chi si commuove. Le tribune sono piene di ragazzi sorridenti. A poche centinaia di metri dalla riva sono ormeggiate alcune navi da guerra, a ricordare il passato più che a vigilare sul presente. Emmanuel Macron, padrone di casa a Omaha Beach, accoglie tutti. Prima i reduci, poi i leader. L’ultimo a entrare è Joe Biden, reduce dalla cerimonia franco-americana nel cimitero di Colleville-sur-Mer. L’applauso più grande è per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha rappresentato l’Italia.
Macron lo accoglie con un abbraccio e i presenti si alzano in piedi quasi a incoraggiarlo, lo stesso fanno i veterani. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è a Omaha Beach ("sono felice di averti qui", lo accoglie Macron) e ci sono anche, tra gli altri, il presidente canadese Justin Trudeau, il principe William d’Inghilterra, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente polacco Andrzej Duda, il ceco Petr Pavel, il re Filippo del Belgio, Federico X sovrano di Danimarca e Guglielmo Alessandro re di Olanda.
Nel corso della cerimonia vengono lette le lettere di tanti reduci – Ed Berthold, veterano americano, declama oggi quella che ha scritto di suo pugno il 7 giugno 1944 – intonati canti partigiani, suonato – tra le bandiere dei 27 che sventolano – l’inno europeo.Ottanta anni dopo la guerra è tornata alle porte dell’Europa e i leader richiamano i valori che portarono, dopo la liberazione dal nazismo, a un lungo periodo di pace. "Dobbiamo ricordare che il fatto che siamo stati eroi quel giorno non ci esime da ciò che dobbiamo fare oggi. La democrazia non è mai garantita.Ogni generazione deve preservarla, difenderla e lottare per essa. Questa è la prova del tempo", dice chiaro Joe Biden.
"Oggi siamo tutti figli dello sbarco", gli fa eco Macron, ricordando come allora "avevano tutti paura, ma sapevano che stavano combattendo una guerra giusta. Sapevano che potevano morire, ma marciavano comunque perché ogni loro passo avvicinava il mondo alla libertà". Non solo: "Di fronte al ritorno della guerra nel nostro continente, di fronte a coloro che affermano di voler cambiare i confini o riscrivere la storia, dobbiamo essere degni di coloro che l’hanno scritta qui", è l’invito del presidente francese che poi si rivolge a Zelensky.
"La sua presenza, signor presidente dell’Ucraina, dice tutto – scandisce – Siamo con voi e non ci indeboliremo". Il leader dell’Eliseo, poi, annuncia a sera in tv a reti unificate che la Francia fornirà a Kiev il Mirage-2000, "che consentirà all’Ucraina di proteggere i suoi cieli". I piloti, spiega, saranno addestrati in Francia. "Il nostro desiderio è quello di formare una brigata. Proponiamo di addestrare ed equipaggiare 4.500 soldati ucraini".
Sono i valori che portarono al D-Day e che "Putin ha tradito", a segnare la rotta del presente. "Ci guidano – mettono nero su bianco i 19 paesi partecipanti nella dichiarazione di Normandia, Italia compresa – nella nostra incrollabile determinazione a sostenere l’Ucraina nella sua autodifesa dalla guerra di aggressione russa – per tutto il tempo che sarà necessario – e a ripristinare la pace in Europa".
Sandro Bennucci
