Inchiesta Liguria: Toti resta ai domiciliari. Respinta dal Riesame l’istanza di revoca. L’avvocato: “La ripresenteremo”

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I giudici del tribunale del Riesame di Genova hanno respinto l’istanza di revoca degli arresti domiciliari per il governatore Giovanni Toti, arrestato il 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione. Toti resta dunque in stato di detenzione nella sua casa di Ameglia (La Spezia).

"Il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie dev’essere concreto e attuale: devono, cioè, configurarsi come imminenti specifiche opportunità di ricaduta nel delitto desumibili da elementi reali rivelatori di una continuità ed effettività del suddetto ‘periculum libertatis’ cui deve aggiungersi una verifica circa l’esistenza di una personalità delinquenziale dell’accusato, risultante anche dalle modalità del fatto per il quale si proceda e dall’esame delle sue concrete condizioni di vita".

Lo afferma il Riesame di Genova all’interno delle oltre 30 pagine del testo dell’ordinanza con la quale ha respinto il ricorso del Presidente della Regione Liguria sospeso, Giovanni Toti, sulla revoca degli arresti domiciliari in corso dal 7 maggio nell’inchiesta sulla corruzione in Liguria."Occorre, cioè, sostenere la probabilità sia che si verifichino le condizioni per la consumazione di un nuovo reato, sia che il soggetto, di fronte a quelle condizioni, si determini a consumarlo".

PIANA – Il presidente ad interim della Regione Liguria, Alessandro Piana, in un comunicato scrive: "La decisione del Tribunale del Riesame ci rammarica ma questo non cambia la nostra volontà a proseguire il lavoro di giunta e maggioranza nel portare avanti il progetto di crescita e sviluppo della Liguria che non si è mai fermato in questi mesi. A Giovanni va il nostro abbraccio e la nostra vicinanza con la speranza che la Cassazione possa intervenire sulle misure restrittive a cui oggi è costretto, convinti che abbia sempre agito nell’interesse del territorio".

AVVOCATO – In una nota, l’avvocato Stefano Savi, difensore del presidente Toti, scrive: "Quanto alla pronuncia del Riesame nel merito delle misure cautelari, rileviamo che, anche per i Giudici di Appello, non sussistano più rischi di inquinamento probatorio, dato il lungo tempo delle indagini e la cristallizzazione dei fatti. L’esplicito richiamo ai 90 giorni previsti dalla legge per l’espletamento degli atti di indagine urgenti e indispensabili all’inchiesta, consentirà, nei prossimi giorni, valutazioni circa la possibilità di proporre nuove istanza circa misure cautelari maggiormente coerenti con la cessata esigenza".

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