Per la Fondazione Open, la Procura di Firenze ha chiesto un pronunciamento alla Consulta. Questo dopo il "no" all’acquisizione della corrispondenza dei parlamentari da parte di Camera e Senato. La Procura ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di sollevare davanti alla Corte costituzionale un nuovo conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato in relazione al procedimento in corso sulla Fondazione, che vede tra gli undici indagati il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, la deputata Maria Elena Boschi e l’ex parlamentare e ministro Luca Lotti, per il reato di violazione alla legge sul finanziamento dei partiti.
Lo ha riferito ai giornalisti al termine della nuova udienza di oggi l’avvocato Federico Bagattini, uno dei difensori del senatore Renzi. Nell’udienza di stamani a Firenze, i pm Luca Turco e Antonino Nastasi hanno sollecitato il giudice Sara Farini, "a sollevare questione di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione alla legittimità delle decisioni prese dal Senato e dalla Camera" nella scorsa primavera.
I due rami del Parlamento hanno, infatti, respinto la richiesta della Procura fiorentina di sequestrare la corrispondenza elettronica di Renzi (chat e e-mail) e dei parlamentari Boschi e Bonifazi (non imputato), nell’ambito del processo sui presunti finanziamenti illeciti alla Fondazione Open, perche’ il sequestro non era stato preventivamente autorizzato dalle Camere.
"I pm vorrebbero che la Corte costituzionale si pronunciasse sulla legittimita’ del diniego del Senato e della Camera", ha aggiunto Bagattini. Tutte le difese degli indagati si sono opposte alla richiesta della Procura, "rammentando che le decisioni in questa materia del Parlamento sono sovrane e intangibili", ha concluso Bagattini. Il giudice Farini si è riservata la decisione, si torna in udienza al 14 ottobre. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, non era presente in Aula.
