Irpet: Pil della Toscana salirà, ma la produzione industriale cala (soprattutto moda e calzature)

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Rapporto Irpet: nel 2024 il Pil della Toscana crescerà dello 0,8%, nel 2025 dello 0,8% e nel 2026 dell’1,2%, sostanzialmente in linea con l’andamento nazionale. Tutto questo nel rapporto sull’economia regionale, presentato oggi, 15 luglio 2024, secondo cui il calo dell’indice di produzione industriale nel 2023 in Toscana è stato del 3,3% (-2,1% in Italia) e nel primo trimestre 2024 del 4,9% (-3,5% in Italia), dato imputabile all’andamento negativo del comparto moda, specialmente pelletteria, cuoio e calzature.

Le esportazioni a prezzi correnti, per l’Irpet, segnano invece per il 2023 il +3,3% (-1,4% Italia) e nel 2024 il +6,3% (-1,9% Italia) con un trend superiore a quasi tutte le altre regioni italiane a maggior vocazione all’export, per merito degli exploit di alcune specializzazioni come la gioielleria, la farmaceutica, i macchinari e l’agroalimentare, mentre il dato è negativo per industria della pelle, calzature, filati e tessuti. Il mercato del lavoro continua ad essere in crescita, nonostante il calo della popolazione in età lavorativa.

Il tasso di attività nel 2023 ha toccato il 73,3%, superando quello del 2019 (71,8%): stesso trend per il tasso di occupazione (dal 66,8% al 69,3%) e calo per quello di disoccupazione (dal 6,9% al 5,4%). Dal post-pandemia il numero di dipendenti è sempre cresciuto: nel 2023 si è passati a +38mila unità rispetto al 2022 e a +119mila unità rispetto al 2019. Nel primo trimestre 2024 analogo trend seppur in rallentamento, soprattutto nella manifattura ed in particolare nella moda.

Secondo l’Irpet nel 2023, rispetto al 2022, la percentuale di persone che considerava la propria famiglia povera o molto povera è calata dal 16% all’11%. Scende anche quella di coloro che affermano che la propria famiglia arriva con difficoltà o grande difficoltà a fine mese, dal 60% al 40%. Tuttavia un toscano su due non è ancora completamente soddisfatto della gestione del proprio bilancio familiare, uno su sei non saprebbe far fronte a una spesa imprevista di 800 euro, e prevalgono coloro che prevedono un peggioramento delle prospettive del proprio tenore di vita.

Sandro Bennucci

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