Usa-Russia: scambio di prigionieri da guerra fredda. Impresa diplomatica della Cia

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Scambio di prigionieri fra Usa e Russia che ricorda la guerra fredda e il checkpoint Charlie sul muro di Berlino. Sono cambiati i modi e lo scenario. Prima gli annunci da parte russa e turca, poi la conferma ufficiale degli Stati Uniti. Il "brutale calvario" dei prigionieri "è finito", le parole di Joe Biden.

Poco prima, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, aveva spiegato che "dai tempi della Guerra fredda non c’è mai stato un numero simile di individui scambiati in questo modo e non c’è mai stato, per quanto ne sappiamo, uno scambio che abbia coinvolto così tanti Paesi, così tanti stretti partner e alleati degli Stati Uniti che lavorano insieme". In tutto, lo scambio Washington-Mosca, ha coinvolto 24 prigionieri e sette Paesi.

"E’ stata un’impresa diplomatica – diceva ancora il presidente Usa – in totale, abbiamo negoziato il rilascio di 16 persone dalla Russia, tra cui cinque tedeschi e sette cittadini russi che erano prigionieri politici nel loro stesso Paese". I nomi degli americani liberati erano quelli attesi: Paul Whelan, Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva e poi, Vladimir Kara-Murza, titolare di green card. Le famiglie erano state convocate alla Casa Bianca per informarle di quanto stava avvenendo. Compariranno davanti alle telecamere col presidente Usa, dopo avere parlato al telefono con i loro cari, finalmente liberi e in volo verso casa.In cambio, gli Usa e i loro alleati hanno liberato otto prigionieri russi, tutti accusati di reati di spionaggio o hackeraggio. Ma anche di omicidio.

Ad accoglierli al loro arrivo a Mosca, Vladimir Putin. Il nome di spicco tra i prigionieri russi è quello di Vadim Krasikov, Ex colonnello di alto rango dell’Fsb, stava scontando l’ergastolo in una prigione tedesca dopo essere stato condannato per l’omicidio dell’ex combattente ceceno Zelimkhan ‘Tornike’ Khangoshvili, avvenuto nel 2019 nel Kleiner Tiergarten di Berlino. Non a caso, Biden ha rivolto un "grazie particolare" al cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ringraziamenti anche per Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia. Quest’ultima, per il suo ruolo di mediazione.

A giocare un ruolo cruciale nello scambio è stata la Cia, che per anni ha lavorato attraverso un "canale speciale" con l’intelligence russa. Ai negoziati hanno preso parte attiva il direttore dell’agenzia, Bill Burns e altri alti funzionari. L’ultima proposta di scambio era stata presentata all’intelligence russa in un Paese terzo, la Turchia, alla fine di giugno. All’inizio di luglio, in una telefonata con Burns, Mosca ha indicato che il linea di principio l’accordo veniva accettato. La formalizzazione è avvenuta a metà luglio.

Ernesto Giusti

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