Torna sul podio olimpico, il pentathlon moderno azzurro. Dopo 32 anni di attesa – bronzo a squadre con Carlo Massullo, Gianluca Tiberti e Roberto Bomprezzi a Barcellona 1992, per l’ultima medaglia individuale bisogna invece risalire a Seul 1988, con l’argento ancora di Massullo – è Giorgio Malan a interrompere il digiuno, con uno splendido terzo posto allo Chateau de Versailles.
"Ho immaginato questo giorno tantissime volte durante l’anno. In questa finale mi sono goduto ogni momento, era questo il mio obiettivo. Tutti i miei amici e familiari erano qui e mi hanno dato tanta energia. E’ incredibile, devo ringraziare loro, i miei tifosi, il mio team, i miei allenatori e tutto lo staff" le parole del 24enne torinese delle Fiamme Azzurre, che si era qualificato per Parigi – sua prima Olimpiade – grazie alla vittoria ai Giochi Europei dello scorso anno, dopo aver brillato nella prova di equitazione e aver limitato i danni nella scherma, nei 200 stile libero si guadagna la chance di andare a medaglia.
Che arriva con una grandissima prova di laser run, con tanto di rimonta nel finale all’ultimo giro di corsa: 1536 i punti che gli consegnano il bronzo davanti al messicano Emiliano Hernandez (1532), l’oro va all’egiziano Ahmed Elgendy (1555 punti, record mondiale), argento per il giapponese Taishu Sato (1542). Bene anche l’altro azzurro in gara, Matteo Cicinelli, quinto con 1527.
Soddisfatto il numero uno della Fipm Fabrizio Bittner:"Una giornata storica, ci voleva per ricominciare a scrivere la storia. E’ stato fantastico – confessa all’Agenzia Italpress – Lo si vedeva già dalle semifinali, avevo confidato a qualche amico che ero molto fiducioso, era in grande forma. E poi non dimentichiamo Matteo (Cicinelli, ndr) che è arrivato quinto. La medaglia è il risultato più importante ma bisogna rendere merito anche a lui, poi Giorgio è stato semplicemente straordinario. Aveva vinto l’oro ai Giochi Europei lo scorso anno, ha fatto secondo agli Europei, si vedeva che la sua preparazione stava avanzando in maniera interessante, per fortuna sua e nostra. Ha dimostrato di essere un grande atleta, era anche al debutto e prendere una medaglia alla prima Olimpiade, in uno sport come il nostro che si basa sull’esperienza, non era semplice".
Paulo Soares
