Corruzione: ai domiciliari il direttore generale di Sogei. 18 gli indagati: anche referente di Musk in Italia. Che si dichiara “estraneo ai fatti”

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Sono 18 le persone indagate nell’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Roma, che ha portato all’arresto, in flagranza di reato, dell’attuale direttore generale Business di Sogei, Paolino Iorio. L’uomo e’ stato fermato mentre intascava una mazzetta da 15 mila euro da un imprenditore ieri sera, 15 ottobre 2024, a Roma. Indagato anche Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia. Che si dichiara “estraneo ai fatti”. Così come Sogei, che si dichiara “parte lesa”.

Quattordici le società coinvolte nell’indagine in cui si ipotizzano, a vario titolo, i reati di corruzione e turbativa d’asta. A Iorio, che si trova agli arresti domiciliari, viene contestato il reato di corruzione perchè con “più azioni del medesimo disegno criminoso – è scritto nel capo di imputazione -, in qualità prima di direttore ingegneria infrastrutture e data center e successivamente Dg della società a partecipazione pubblica indebitamente riceveva in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro” da un imprenditore.

In particolare “a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei” per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, il manager “riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell’ordine di decine di migliaia di euro – continua il capo di imputazione -, con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023”. Incontri ‘monitorati’ anche attraverso intercettazioni.

“Un’articolato sistema corruttivo con diversi protagonisti e con ramificazioni sia all’interno del Ministero della Difesa, sia in Sogei e sia, infine, al Ministero dell’Interno”. E’ il quadro che emerge dagli atti dell’indagine della Procura di Roma, in cui si contesta anche il reato di turbativa d’asta, che ha portato all’arresto, in flagranza di reato, del direttore generale della società in house del Mef, Paolino Iorio.

Denaro, chiuso in una busta, che il manager aveva appena ricevuto da un imprenditore, arrestato anch’egli.

Una maxi indagine del pool di pm che si occupano dei reati nella pubblica amministrazione che coinvolge anche il “referente in Italia di Elon Musk”, Andrea Stroppa, e in particolare l’appalto sul sistema satellitare Starlink creato dal tycoon statunitense: Secondo l’accusa Stroppa ha ricevuto da un indagato un documento riservato della Farnesina in cambio di utilità. L’accusa emerge dal capo di imputazione della Procura di Roma nell’indagine.

In particolare i pm di piazzale Clodio affermano che un militare della Marina in concorso con il legale rappresentante di Olidata e Stroppa “compiva atti contrari ai suoi doveri d’ufficio rivelando illegittimamente a Stroppa notizie di ufficio destinate a rimanere segrete”.

“Tengo a dichiarare con forza la mia totale estraneità rispetto alla contestazione che è stata recentemente formulata nei miei confronti dalla Procura della Repubblica di Roma, che ha ipotizzato un mio coinvolgimento in un episodio di corruzione di un ufficiale dell’Esercito Italiano”. Lo afferma Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia.

“Voglio precisare – spiega Stroppa – che tutti i rapporti che ho tenuto nel tempo con i pubblici ufficiali sono sempre stati improntati alla massima correttezza e trasparenza. Ho peraltro fornito sin da subito la più totale collaborazione agli inquirenti, auspicando che possa essere accertata in tempi rapidi la mia totale estraneità rispetto ai fatti oggetto di indagine. Pertanto – conclude – proseguo nel mio lavoro con l’abituale serietà”.

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I magistrati hanno disposto una serie di perquisizioni nel procedimento che punta a scandagliare diverse “procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei Spa., dal Ministero dell’Interno -Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal Ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa”.

Tra le società interessate dalle perquisizioni, svolte dai nuclei Polizia economico finanziaria e Valutario, figurano anche Digital Value Spa e Olidata Spa. A Iorio, che si trova agli arresti domiciliari ed è stato interrogato dai pm, viene contestato il reato di corruzione perché con “più azioni del medesimo disegno criminoso – è detto nel capo di imputazione – in qualità prima di direttore ingegneria infrastrutture e data center e successivamente Dg della società a partecipazione pubblica indebitamente riceveva in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro” da un imprenditore.

In particolare “a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei” per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, il manager “riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell’ordine di decine di migliaia di euro – continua il capo di imputazione – con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023”. Incontri “monitorati” anche attraverso intercettazioni.

Dai colloqui carpiti dagli investigatori delle utenze in uso all’imprenditore arrestato lunedì sono “emersi i contatti e gli incontri avuti con tale ‘Antonio della Difesa’ “successivamente identificato come un Capitano di fregata della Marina Militare”.

Già “dai primi incontri emergeva che il militare, al fine di svolgere il proprio ruolo nell’ambito di una fornitura, ha avanzato richieste di compensi nonché – è detto in una informativa citata nel decreto di perquisizione- l’assunzione di una persona da parte di una delle imprese gestite dall’imprenditore”.

Proprio il militare di Marina è il soggetto che avvicina Stroppa, trentenne romano, esperto di cyber sicurezza. “Nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del Governo del sistema satellitare (Starlink ndr) realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense – cristallizzano i finanzieri – approfitta dello svolgimento presso il VI reparto di una riunione sul tema per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del Gruppo statunitense” a cui “propala” notizie “riservate in ordine a decisione assunte nel corso di riunioni ministeriali”. Sull’attività dei pm di piazzale Clodio,

Sogei “esprime piena fiducia nella magistratura” e “si dichiara indiscutibilmente estranea ai fatti. Ove i fatti contestati – afferma la società- fossero acclarati in maniera definitiva l’azienda si dichiarerà parte lesa e si tutelerà nelle sedi competenti”. Dal canto suo lo Stato Maggiore della Difesa assicura “il massimo supporto alle autorità inquirenti” aggiungendo che “i presunti comportamenti per i quali si indaga non sono certamente compatibili con i valori e i principi fondanti delle Forze Armate italiane”.

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