Manovra da 30 miliardi: governo approva. Dalle banche 3,5 miliardi, esulta Salvini. Mille euro per i nuovi nati

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Dopo quasi due ore di riunione, il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra. Il disegno di legge di bilancio, fa sapere il Ministero dell’Economia in una nota, in linea con l’approccio serio e responsabile dei provvedimenti economici approvati finora dal governo Meloni, dispone interventi con effetti pari, in termini lordi, a circa 30 miliardi nel 2025, più 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027.

CARTA NUOVI NATI – Con la legge di Bilancio, fa sapere, il Mef, sono “confermate e potenziate le misure sui congedi parentali” e viene “introdotta anche una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato”.

FRINGE BENEFITS – Oltre alla conferma dei fringe benefits per tutti gli aventi diritto, gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri.

Fin qui le novità che figurano in una nota del Mef diffusa dopo il Cdm. Per domani, 16 ottobre 2024, alle 11, è fissata la conferenza stampa del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Intanto riportiamo le indicazioni filtrate prima della fine della seduta del Consiglio dei ministri, giudicate “assai aderenti” alle decisioni prese dal governo.

TAGLI DEL 5% PER I MINISTERI, SALVI I COMUNI – Per poter portare in dote alla manovra risorse fresche i ministeri dovranno tagliare le spese del 5%. Dovrebbero ‘salvarsi’, invece dalla dieta dimagrante gli enti locali e i Comuni.

SALVA LA SANITA’ – Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria. Il ministro Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella scorsa legge di bilancio potrebbe esserci un aumento fino a 3 miliardi.

CONTRIBUTO DELLE BANCHE – Esulta Matteo Salvini, perchè fondi freschi alla legge di bilancio dovrebbero arrivare da un contributo da parte degli istituti bancari più grandi. Si calcola un’entrata da 3 miliardi e mezzo. Sul tappeto ci sarebbe un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) per tre miliardi. Sembra escluso, invece, un aumento dell’Ires e dell’Irap.

CUNEO FISCALE E SCAGLIONI IRPEF – La conferma del taglio del cuneo fiscale e dei tre scaglioni dell’Irpef valgono da sole oltre la metà della manovra, intorno ai 14 miliardi. Per quanto riguarda il taglio del cuneo dovrebbero essere superati alcuni difetti con una doppia azione. Dal prossimo anno potrebbe, infatti, rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota intermedia, fino a 50mila euro di reddito, dal 35 al 33%.

PACCHETTO NATALITA’, CAMBIANO LE DETRAZIONI – E’ l’altro piatto forte della manovra che dovrebbe prevedere un sostegno alla natalità e alle famiglie attraverso lo strumento dell’assegno unico ma anche con un restyling. L’ipotesi sarebbe quella dell’introduzione di un importo massimo che si potrà detrarre, che dovrebbe essere a sua volta modulato in base al nucleo familiare. Introducendo di fatto, viene spiegato, un primo assaggio di “quoziente familiare”. Tra le ipotesi anche quella di rivedere al ribasso la soglia di reddito oltre il quale scatta il decalage degli sconti fiscali al 19% (oggi parte da 120mila euro) ma ancora si starebbe lavorando sull’intero pacchetto. Tra le misure che vengono date per scontate l’estensione alle autonome della decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli.

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FRINGE BENEFIT – Si punta ad una conferma, ma con qualche ritocco, anche per la misura sui sostegni aziendali. L’ultima legge di bilancio ha portato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri (aprendo alla possibilità di usarli anche per pagare l’affitto o il mutuo prima casa).

BONUS RISTRUTTURAZIONI – Si va verso la proroga nel 2025 del bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa evitando così che da gennaio l’agevolazione fiscale scenda al 36% da gennaio.

PENSIONI – Nulla da fare per riforme strutturali su questo fronte ma si lavora, comunque, per confermare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione. E a un aumento delle pensioni minime. Tra le ipotesi circolate c’è anche quella di un perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, con incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per il pensionamento. Non esclusa anche una spinta alla previdenza complementare con l’introduzione di un semestre di silenzio assenso.

CONTRATTI DELLA P.A. – Come ha confermato il ministro Giancarlo Giorgetti la manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27.

Sandro Bennucci

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