Arno: Giani e Monni alla Cassa d’espansione Pizziconi. Elisa Tozzi (Fdi): “Solo passerella, hanno i poteri ma non sanno usarli”

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A pochi giorni dal 4 novembre 2024 (cinquantottesimo anniversario dell’alluvione del 1966) il presidente della Regione, Eugenio Giani, e l’assessore alla Protezione civile, Monia Monni, hanno visitato, a Figline Valdarno, la cassa d’espansione Pizziconi, i cui lavori dovrebbero essere conclusi entro il primo trimestre del 2025. Il fiume continua a minacciare Firenze e due terzi della Toscana.

Tuttavia, secondo Giani, la realizzazione del lotto 2 (l’importo dell’intervento è di 13milioni e 300mila euro), oggetto del sopralluogo, permetterà l’entrata delle acque di piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione della cassa realizzata con il lotto 1.

“Questa – ha detto Giani- è la prima delle aree di laminazione ma è importantissima. Se ci fosse un’emergenza l’Arno può già essere controllato. E’ un intervento da oltre 13milioni di euro che consente di dare una risposta concreta e stamani ufficialmente possiamo far vedere ai nostri cittadini come i lavori sono andati avanti”.

Giani ha poi sottolineato come il lavoro fatto sotto l’autostrada dove sono stati spinti i tre monoliti favorisca l’allargamento della A1 “Ci sono già le assi per poter sostenere una terzia corsia – ha spiegato-. La Società autostrade che la svilupperà da Incisa, dove sono già in corso i cantieri, a lValdarno e poi verso Roma, qui troverà già un vantaggio”

Per invasare i 3,8 milioni di metri cubi che è la totale capacità della cassa Pizziconi, manca un ultimo tassello, il ‘terzo modulo’ già a gara (l’importo è di 3milioni 200mila euro fondi Fsc) che verrà realizzato a monte di quello già realizzato. Si tratta di un nuovo argine parallelo alla linea ferroviaria Alta Velocità, opera di connessione fra il modulo due e il modulo tre e dell’elettrificazione delle paratoie del reticolo minore e dell’opera di presa della cassa di espansione.

“Oggi verifichiamo lo stato di avanzamento dell’intervento. Sono lavori assai complessi, – ha detto l’assessora Monni- di un’ opera di ingegneria straordinaria. Stiamo sostanzialmente realizzando il rubinetto della cassa di espansione di Pizziconi che è già collaudata e in funzione, ma con questo sistema, fatto da sei monoliti in cemento armato di 16 metri per 5, l’ingresso nella cassa potrà essere regolato a seconda del bisogno fino 3 milioni e 100 metri cubi di acqua. La Cassa di di Pizziconi è parte di un complesso di opere a difesa dell’abitato fiorentino, che comprende altre 4 casse di espansione nella zona del Valdarno fiorentino, il rialzo della Diga di Levane, gli argini provvisori lungo il tratto dell’Arno nel centro storico fiorentino, aggiungendosi già a Bilancino che oltre a fornire l’acqua a tutta l’areametropolitana fiorentina, svolge un’attività di laminazione potendo invasare fino 25milioni di metri cubi. Come diciamo da sempre – ha aggiunto Monni- e con più forza dal 2 novembre scorso, le opere sono fondamentali ma non bastano più a difendere la popolazione. La crisi ambientale in corso determina una condizione meteorologica estrema, ma non più rara. Accanto alle opere dunque è necessario il coinvolgere i territori e i cittadini. In nuova visione della gestione del territorio, ci devono stare i piani urbanistici, il sistema fognario, per rendere sempre di più le città resilienti a questi nuovi fenomeni”.

Elisa Tozzi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione alluvione (Foto Fdi)

ELISA TOZZI – Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione d’Inchiesta sull’alluvione, Elisa Tozzi, attacca invece Presidente e assessora accusandoli di “mera passerella mediatica”. Aggiungendo: “Questa è la terza volta dal 2021 che il Presidente di Regione viene a Figline Valdarno per verificare l’avanzamento dei lavori. Il problema è che quest’opera è attesa dal territorio da decenni e, a quanto dicono Monni e Giani, non sarà completata prima degli inizi del 2025.

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“Da alcuni giorni – prosegue Elisa Tozzi – l’assessore Monni parla della necessità di una sburocratizzazione per le opere di questo tipo. A quanto pare non conosce la legge perché dal 2015, per effetto di un decreto del Governo Renzi, ogni Presidente di Regione è anche Commissario di governo per il dissesto idrogeologico. I governatori hanno strumenti legislativi, come le ordinanze e la contabilità speciale, che permettono loro di poter agire in modo più rapido. Quindi la leggenda della lentezza burocratica è, semplicemente, un paravento alla mediocrità dell’azione politica della sinistra”.

“I ritardi – conclude il consigliere regionale di Fratelli d’Italia – sono dovuti al mancato utilizzo dei poteri straordinari dei quali dispone Giani. Con estremo ritardo la Regione Toscana oggi si accorge dell’importanza di intervenire per mettere in sicurezza il territorio. Il Pd ha avvallato, per decenni, la cementificazione del territorio e ha  derubricato la prevenzione del dissesto ad un optional, finché il territorio non ha presentato un conto salatissimo. Giani, ad oggi, ha tutti gli strumenti per fare ciò che serve, basta utilizzare le norme che già ci sono. Ammesso di conoscerle” lo afferma

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