Manovra 2025: fino a 960 euro in busta paga dal cuneo. Scontro su pensioni e sanità. Giudizio positivo dalle imprese

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Arrivata alla Camera la legge di Bilancio: sono 144 articoli che confermano molte misure già previste lo scorso anno, con aiuti per le famiglie con figli, dal bonus per le mamme lavoratrici, esteso anche alle autonome, alla nuova ‘una tantum’ per i nuovi nati, fino alla revisione delle detrazioni che prevede una stretta per single e coppie senza figli.

Un occhio al ceto medio, con benefici fiscali legati al tetto di reddito di 40mila euro. Prende forma nel testo l’intervento sulle banche, dal quale il governo si aspetta 3,4 miliardi. Mentre la spending review nei ministeri vale 5,2 miliardi nel 2025.

“Non aumentiamo le tasse e manteniamo conti in ordine”, rivendica la premier Giorgia Meloni. Parte ora un percorso serrato, che si andrà a incrociare con l’ingorgo di decreti. Lo dice chiaramente il ministro Luca Ciriani: “Saranno mesi intensi e chiediamo uno sforzo al Parlamento anche perché i decreti non possono aspettare” e “chiederemo alla maggioranza di limitare gli emendamenti”.

“Una manovra seria e responsabile”, viene definita unanimemente dalla maggioranza. Una locuzione che lascia intendere che il messaggio è stato recepito: gli spazi sono stretti e non si poteva fare di più. Ma non per questo il percorso sarà più facile, dalla scuola alla sanità l’opposizione è sulle barricate. Lo stanziamento aggiuntivo di 1,3 miliardi per il fondo sanitario per la segretaria del Pd Elly Schlein è “una batosta clamorosa per il Paese”.

Mentre il leader M5s Giuseppe Conte parla di “elemosina” sulle pensioni minime. Sotto le attese – e le cifre circolate nei giorni scorsi – è infatti la rivalutazione degli assegni più poveri: nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2%, meno del rialzo del 2,7% previsto nel 2024, da 614,77 a 617,9 euro.

Nei 144 articoli del disegno di legge si spazia dal nuovo meccanismo per rafforzare le busta paga dei dipendenti (arriva un bonus fino a 20mila euro e meccanismo fiscale a decalage fino a 40mila euro, secondo calcoli degli esperti si arriverebbe fino a 960 euro in busta paga) alla stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro con quoziente familiare, dal tetto ai compensi per gli enti alle risorse per i contratti pubblici, dall’estrazione aggiuntiva per il Superenalotto al restyling dei bonus edilizi, fino alle pensioni, con la proroga di Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.

Ed è gelo dal sindacato: sulla rivalutazione delle pensioni minime “c’è poco da dire e molto da fare”, per Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil Pensionati: “L’aumento per quest’anno sarà di circa 3 euro, 10 centesimi al giorno”.

Dopo lo scontro tra i leader dell’opposizione e la premier Giorgia Meloni della scorsa settimana a colpi di post sui social e tabelle, resta alta la tensione sulla sanità. I sindacati di medici e infermieri hanno proclamato lo sciopero e scenderanno in piazza per una manifestazione il 20 novembre.

“La spesa sanitaria sul Pil scende al minimo storico con Giorgia Meloni – ripete Schlein -. Noi saremo al fianco dei medici e di quegli italiani, che sono 4,5 milioni di persone, che hanno rinunciato a curarsi. Ci batteremo in Parlamento e fuori”. E anche il mondo della scuola è in agitazione. La spending review tocca tocca infatti anche l’istruzione, con la riduzione del turn over pari al 25%, che si traduce in un taglio dell’organico dei docenti di 5.660 e di 2.174 unità per gli Ata. Per la Cgil si tratta di “un festival dei tagli” che si scaricherà sulle fasce popolari.

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Dal mondo delle imprese arriva invece per lo più un giudizio positivo. La presidente di Fininvest Marina Berlusconi definisce “condivisibile” la scelta del governo sulle banche. “Io resto fortemente negativa sulla logica” della tassazione “degli extraprofitti, che trovo demagogica e anche dannosa per il mercato. Questo provvedimento deciso dal governo – afferma – mi sembra condivisibile e di buon senso, intanto perché tutela anche la credibilità del nostro sistema creditizio, poi trovo che anche la decisione di destinare le risorse che verranno ricavate a un settore che ha molto bisogno, come la sanità, è una scelta condivisibile”.

“Noi non siamo in partita, non siamo né governativi né sostenitori dell’opposizione”, premette il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, e “anche quest’anno abbiamo cercato il dialogo”. Quello chiesto alle banche, continua Patuelli “è un sacrificio”, ma “è già avvenuto nella storia e non mi aspetto un aumento dei costi e le tariffe dei servizi”. La manovra “va nella direzione giusta”, per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “perché da una parte cerca di sostenere i redditi medio bassi, l’occupazione, le famiglie e dall’altra parte cerca di tenere sotto controllo i conti pubblici”.

L’auspicio di Sangalli “è ci siano nuove risorse finanziarie, magari anche ottenute dal concordato preventivo biennale, per potere diminuire ancora la aliquota Irpef soprattutto per il ceto medio”. Alla Camera partirà subito l’iter: da lunedì si dovrebbero tenere le prime audizioni, il termine per presentare le proposte di modifiche dei deputati potrebbe essere tra venerdì 8 e domenica 10 novembre.

Sandro Bennucci

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