“Le condizioni monetarie rimangono restrittive, e richiedono ulteriori riduzioni. Con il rientro dell’inflazione, occorre porre attenzione alla fiacchezza dell’economia reale: in assenza di una ripresa sostenuta, si correrebbe il rischio di spingere l’inflazione ben sotto l’obiettivo”.
E’ quanto ha detto il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento alla 100esima Giornata Mondiale del Risparmio. Si tratta, ha proseguito, di “una situazione che la politica monetaria faticherebbe a contrastare e che va evitata”.
Tutto questo arriva in un momento in cui l’inflazione rialza la testa e l’occupazione risente di un forte numero di lavoratori inattivi. Ma il Paese le risorse le ha. Si stima che oltre 5mila miliardi, quasi due volte e mezzo il Pil nazionale, sia l’ammontare dei risparmi degli Italiani, secondo la stima dell’Acri. Un tesoro che, ha osservato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è “un valore, per il futuro delle famiglie, per il futuro del Paese” e va incentivato “come fonte importante del processo economico”.
Potrebbe spingere la crescita del Paese, ma il più delle volte resta fermo, sottolinea il presidente dell’associazione che riunisce le fondazioni bancarie Giovanni Azzone, che parla di “immobilità del risparmio”, prevalentemente depositato sui conti correnti “solo una minima percentuale viene investita in aziende che operano sul territorio nazionale e che possono generare occupazione e creare valore condiviso”.
E la forte tassazione e la concorrenza di altri Stati – è l’allarme dell’Abi – può spingere gli investitori a puntare all’estero. “La solidità dell’economia reale è la prima tutela del risparmio. Negli ultimi anni l’economia italiana ha mostrato incoraggianti segni di miglioramento.
“Preoccupano adesso – è l’analisi del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta – le tendenze di più lungo periodo: i conflitti, la frammentazione del commercio globale, le divisioni in blocchi, la decrescita demografica”. Il risparmio privato può spingere gli investimenti.
“Il flusso annuo di risparmio privato supera oggi i 400 miliardi, un quinto del reddito nazionale ma – ha sottolineato Panetta – solo parte di esso finanzia gli investimenti in Italia. Nel quinquennio precedente la pandemia le risorse interne impiegate all’estero erano in media il 2,5% del Pil, se utilizzate per finanziare capitale produttivo in Italia, avrebbero accresciuto gli investimenti di quasi un quinto”.
Per il presidente Abi Antonio Patuelli, “il risparmio ben collocato tramite le banche è e sarà sempre più determinante fattore di sviluppo e di occupazione e di sottoscrizione del debito pubblico”, ma – avverte – va tutelato: “Oggi è gravato dall’imposta ordinaria del 26%, che si aggiunge alla pressione fiscale sulle società quando in esse viene investito” e grava pure sulla liquidità nei conti correnti “anche l’imposta di bollo che è una patrimoniale da abolire”.
Patuelli pone l’accento sulla concorrenza anche interna all’Ue: “Finché non ci sarà l’unità anche delle regole fiscali, vi è e vi sarà forte concorrenza fra gli Stati per attrarre il risparmio e i capitali. La pesante tassazione esistente in Italia spinge tante volte i risparmiatori italiani ad investire all’estero”.
“Il risparmio potrà e dovrà giocare in futuro per permettere di vincere le sfide che abbiamo di fronte”, ha sottolineato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha posto l’accento sull’obiettivo del governo “di ridurre le incertezze e trarre il massimo dalle opportunità”. Con questo spirito il Piano strutturale di bilancio di medio termine, “in una logica di prudenza” guiderà la politica fiscale del Paese nei prossimi cinque anni “sostenendo il sistema economico e riportando il debito pubblico su un sentiero realistico di discesa” e la manovra “realizza in pieno per il prossimo triennio gli obiettivi del Piano”.
Sandro Bennucci