Ci sono commenti al vetriolo, sulla stampa americana, dopo la vittoria di Trump. Il titolo del Washington Post ne è un esempio. “Il trionfo di Donald Trump cementa il trionfo dell’Occidente illiberale”, scrive il giornale. Che sottolinea come sia completamente diversa, oggi, la scena globale, in particolare europea, rispetto a quando il tycoon vinse il suo primo mandato nel 2016. Allora, in reazione “allo shock” in Europa per la vittoria di “un maverick che aveva molto più in comune con l’estrema destra, ampiamente marginale, del continente piuttosto che con il suo establishment conservatore”, qualcuno suggerì che “la guida del mondo libero sarebbe passata a Angela Merkel, allora la più rispettata leader mondiale”.
Ora la nuova vittoria di Trump ha suscitato “più che shock sgomento” tra gli alleati degli Usa che temono gli effetti del ritorno di Trump con la sua politica di “indebolimento della Nato, di dazi sugli export dei partner tradizionali, di sorrisi a despoti e demagoghi”.
“E per di più, il traballante establishment liberale non ha nessuno a cui rivolgere lo sguardo: non solo Merkel ha lasciato la scena ma la sua eredità è a pezzi e la Germania del 2024 non è assolutamente nella posizione di servire come muro anti-Trump” scrive ancora il Post, ricordando la crisi “dell’impopolare governo tedesco” esplosa proprio poche ore dopo la vittoria di Trump.
“Intanto, l’estrema destra in Europa ha ottenuto importanti vittorie dalla prima elezione di Trump – prosegue l’articolo – i partiti di estrema destra sono i primi partiti nei Parlamenti di Olanda, Francia, Austria e Italia. Sono in ascesa in Germania e Portogallo, cruciali aghi della bilancia in Svezia e Finlandia. Mentre più ad est, in Paesi come Slovacchia e Ungheria, il nazionalismo di estrema destra muove i governi al potere”.
E la nuova vittoria di Trump è stata salutata dagli alleati ideologici come la chiave di volta di una nuova era politica, continua il Post, citando Catherine Fieschim, analista del Robert Schuman Center, dell’European University Institute di Firenze: “Credo che questo li rafforzerà, ora avranno la sensazione che sono nella direzione della storia”.
Il Post ricorda le reazioni di Viktor Orban per “la luminosa vittoria” di Trump, della leader dell’Afd tedesca, Alice Weidel, che la definisce la vittoria “dei lavoratori americani” che si oppongono a “migrazioni di massa” e “ideologie su clima e gender” e sono scettici sulla guerra in Ucraina.
“Una forte amministrazione Trump potrebbe vedersi fianco a fianco, dando anche ispirazione, con gli alleati di estrema destra in Italia, dove il governo ha adottato misure per impedire alle coppie dello stesso sesso di formare famiglie e in Olanda dove il Parlamento sta valutando una legge anti immigrazione che potrebbe far tornare i richiedenti asilo in Siria”, continua il Post, notando, infine, come la vittoria di Trump è stata esaltata anche dai propagandisti della destra putiniana, come un ripudio della politica occidentale contro la Russia .
“La vittoria della destra del cosiddetto mondo libero è una sconfitta delle forze liberali di sinistra che lo dominano”, ha detto il vice presidente del Consiglio della Federazione russa, Konstantin Kosachev. “Abbiamo vinto”, ha esultato Alexander Dugin, l’influente ideologo dell’estrema destra russa che ha aiutato l’articolazione dell’agenda imperialista che è alla base dell’invasione dell’Ucraina: “Il mondo non sarà più come prima, i globalisti hanno perso la loro ultima battaglia”.
Ernesto Giusti