E’ morto a 83 anni Alberto Monaci, ex parlamentare della Dc e presidente del Consiglio regionale della Toscana tra il 2010 e il 2015. Molto influente a Siena, in Toscana e anche a Roma, Monaci è stato un vero “signore della politica”.
Dopo l’esperienza con lo scudo crociato aveva aderito al Partito popolare italiano, del quale era diventato segretario regionale. Monaci ha lungamente militato nella Democrazia Cristiana, quindi nel Partito popolare italiano, poi nella Margherita e infine del Pd. Nel corso della carriera politica era stato eletto anche in Consiglio comunale a Siena.
Nato ad Asciano (Siena) il 28 gennaio 1941, Alberto Monaci, dopo la maturità classica aveva intrapreso la professione di bancario entrando nel Monte dei Paschi di Siena. E’ stato deputato per la Democrazia cristiana dal 1987 al 1992, eletto nella circoscrizione elettorale Arezzo-Siena-Grosseto, e consigliere comunale a Siena. Ha aderito nel 1994 al Partito popolare italiano di Mino Martinazzoli e poi, al momento della scissione del 1995, a quello di Gerardo Bianco.
Vicesegretario regionale Ppi della Toscana, dal 1994 al 1996, ne è divenuto segretario regionale dal 1996. Nel 1998 venne nominato capogruppo del Ppi al Comune di Siena. E’ stato membro dell’Assemblea nazionale, regionale e provinciale di Siena per La Margherita e in seguito membro della direzione regionale toscana del Partito democratico. Alle consultazioni regionali del 16 aprile 2000 venne eletto nella lista maggioritaria Toscana Democratica e in Consiglio regionale è stato membro della Quarta Commissione Sanità e della Commissione speciale Statuto.
E’ stato presidente del gruppo Partito Popolare Italiano – Margherita e nel maggio 2002 ha partecipato alla costituzione del gruppo consiliare La Margherita, nel quale ha ricoperto l’incarico di presidente. Alle consultazioni regionali del 3-4 aprile 2005 venne eletto nella circoscrizione di Siena nella lista Uniti nell’Ulivo e fece parte della Quarta Commissione Sanità.
Aderì al gruppo La Margherita – L’Ulivo che, in data 24 luglio 2007, si unificò con il gruppo Democratici di Sinistra – L’Ulivo, con la denominazione Per il Partito Democratico – L’Ulivo divenendo, dal 7 gennaio 2008, gruppo Partito Democratico. E’ stato presidente del gruppo consiliare. Alle consultazioni regionali del 28 – 29 marzo 2010 venne eletto come candidato regionale nella lista del Pd-Riformisti toscani. Nella seduta di insediamento del Consiglio regionale, il 23 aprile 2010, viene eletto all’unanimità presidente dell’Assemblea legislativa, carica che ha ricoperto fino al 2015.
“E’ stato prima di tutto un uomo delle istituzioni, sobrio, sempre attento ad ascoltare ogni interlocutore e capace di costruire dialogo in ogni situazione. Ha insegnato a tutti il valore del confronto, con la sua pacatezza e il suo acume che non si è mai spento. Anche recentemente, nel corso di un nostro incontro, ho potuto apprezzare come conservava ancora negli occhi quella stessa energia che lo ha animato in tutta la sua lunga esperienza politica”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo appena appresa la notizia della scomparsa di Alberto Monaci, ex deputato ed ex presidente dell’Assemblea toscana.
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Ho conosciuto Alberto Monaci quando cominciò a frequentasse i palazzi della Regione: prima da consigliere, poi da presidente dell’Assemblea Toscana. Un vero signore della politica, ma anche un uomo alla mano, pronto, solidale, mai barricato. Semmai incline, quando avevi raggiunto un rapporto che andava oltre il confine del rapporto fra il politico con il giornalista, a raccontare del passato, della “sua” Dc.
Per esempio quando Fanfani decise di fare il casello dell’Autostrada ad Arezzo, tagliando fuori Siena. Andò a Roma con la delegazione della Città del Palio per chiedere il raccordo, ossia la bretella Siena-Firenze, ora Autopalio. I suoi amici di partito avrebbero voluto chiamarla autostrada. Lui mise le mani avanti: “No, ci farebbero pagare il pedaggio per andare a Firenze!”.
Infinito Alberto: i racconti delle notti in Piazza del Gesù, quando Martinazzoli diventò segretario della Dc. I confronti-scontri fra le correnti. Ma sempre nel segno di un garbo, e di un rispetto reciproco, patrimoni di una stagione politica purtroppo tramontata. Anche con la scomparsa di uomini del suo stampo. Ciao Alberto
Sandro Bennucci