Statali: nel Def (documento di economia e finanza) non è inserita nessuna cifra. Allarme dei sindacati

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Pier Carlo Padoan e Marianna MadiaStatali, è battaglia su 700 milioni. La definizione del contratto torna in salita perché la cifra che il governo è disposto a mettere in campo ai sindacati potrebbe non bastare.Poche righe nella premessa del documento per dire che dopo sei anni di blocco del contratto degli statali «si procederà al rinnovo con l’obiettivo di valorizzare il merito e favorire l’innalzamento della produttività». E poi un altro breve inciso per sottolineare che i redditi da lavoro dipendente tornano a crescere anche «per la presumibile incidenza della spesa per rinnovi contrattuali a decorrere dal 2017». Insomma, nella nota di aggiornamento del Def – contestata da Bankitalia e Ufficio parlamentare del bilancio – non è stato inserito nessun numero, nessuna indicazione sulle risorse che saranno stanziate nella legge di Stabilità per finanziare il nuovo contratto.

Una circostanza che ha subito allarmato i sindacati di categoria, che si sono detti preoccupati. La trattativa, del resto, prosegue più lentamente del previsto. Il confronto con l’Aran, l’agenzia governativa che si occupa di contrattazione degli statali, doveva finire il 15 settembre. Ci sono voluti i tempi supplementari, e il presidente Sergio Gasparrini riferirà al ministro della funzione pubblica Marianna Madia gli esiti del confronto con le sigle. Toccherà alla Madia sentire i sindacati ed emanare le direttive definitive all’Aran per avviare la contrattazione vera e propria. Ma a questo punto è altamente probabile che tutto scivoli a dopo il 15 ottobre, quando Palazzo Chigi dovrà presentare a Bruxelles la legge di Stabilità, salvo spostamenti dovuti all’esigenza del governo di trovare altre alchimie per far quadrare i conti. . Solo allora, infatti, si saprà esattamente l’ammontare delle risorse a disposizione per il rinnovo. Per ora, secondo quanto trapela, si ragiona intorno ad una dote di 500-700 milioni. Resta da capire se sarà aggiuntiva rispetto ai 300 milioni stanziati quest’anno ma non utilizzati. Ma anche con la cifra sul tavolo, non è detto che il negoziato possa decollare.

Il vero nodo che rimane da sciogliere è il superamento della legge Brunetta sui premi. Nessun sindacato è disposto a mettere una firma in calce ad un contratto che esclude per legge un quarto dei lavoratori dal salario accessorio. Il ministro Madia, dal canto suo, è disponibile a congelare le regole della Brunetta, ma a patto che i sindacati indichino un criterio altrettanto rigido che impedisca che i premi vengano distribuiti a pioggia. Cgil, Cisl e Uil, hanno presentato una loro proposta all’Aran, che prevede una responsabilizzazione dei dipendenti nel definire gli obiettivi. Non proprio il modello tedesco, ma qualcosa di simile, un sistema meno gerarchico e più orizzontale. Si vedrà se sarà sufficiente.

 

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