Good bank, doppio tavolo Ubi o l’ipotesi ”spezzatino”

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logot24Che l’acquirente sia Ubi, o magari qualcun altro previo «spezzatino», per la cessione delle good bank, gli istituti nati dalla risoluzione di Banca Marche, Etruria, Cassa Ferrara e CariChieti, ci vorrà del tempo. UniCredit e Intesa Sanpaolo, rappresentate dagli amministratori delegati Jean Pierre Mustier e Carlo Messina, scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, hanno fatto presente che un loro coinvolgimento diretto è fuori discussione, come peraltro ha assicurato ieri mattina quest’ultimo davanti al consiglio di amministrazione riunito a Milano.

Ubi, dal canto suo, resta in pista ma alle proprie condizioni: ieri il tema è stato solo sfiorato in Consiglio di Gestione e finché Bce non alleggerirà il carico in fatto di capitale nei fatti il deal non si potrà chiudere. Per questo, secondo quanto si apprende da diverse fonti vicine al dossier, all’ipotesi Ubi si sta continuando a lavorare su un piano B, che prevede il ripescaggio di chi si era fatto avanti in precedenza, a partire dai fondi Apollo e Lone Star (che però avevano richiesto alcune garanzie a fronte delle perdite future, vedendosi bollate le offerte come “irricevibili”) e degli altri soggetti interessati a singoli asset, dalla banca Federico Delvecchio alla compagnia assicurativa di Etruria, secondo uno spezzatino che per alcuni potrebbe veder valorizzate alcune specificità.

Banca EtruriaIl direttore generale di Banca d’Italia, Salvatore Rossi, ieri ha comunque assicurato che per le Good Bank «ci sono ipotesi e strumenti per trovare una soluzione positiva, diversi dalla liquidazione».

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