Passare da una ‘gestione emergenziale’ ad una ‘gestione strutturale’ dell”immigrazione con un programma di accoglienza che coinvolga tutti gli 8000 comuni italiani in modo proporzionale alla loro popolazione, per evitare eccessive concentrazioni. E’ la chiave di volta del piano per ”una accoglienza equa e solidale” ( le due parole magiche della sinistra) definito dall’Anci con il ministero dell’interno, e che è stato presentato oggi a Bari in apertura della 33/a assemblea nazionale dei Comuni.
Inoltre una circolare del mese di agosto firmata dal ministro Alfano costringerà tutti i comuni a rilasciare residenza, certificato e carta d’identità ai richiedenti asilo. Che così accedono a tutti i servizi, scavalcando in graduatoria gli italiani poveri. E nel frattempo possono continuare ad usufruire anche dell’accoglienza a carico del contribuente italiano, i 35 euro al giorno garantiti dalle Prefettura alle varie cooperative che li ospitano sul territorio dei comuni. L’accordo concluso a Bari dunque costringerà tutti i comuni d’Italia ad accogliere e dare la residenza ai migranti, anche prima del riconoscimento della qualifica di profugo.
Ma torniamo al famoso piano, che è stato illustrato da Piero Fassino, prossimo plenipotenziario per l’immigrazione del governo Renzi. “L’immigrazione non è un’emergenza – ha detto – ma un fenomeno strutturale e per questo bisogna organizzarsi per gestire un fenomeno che non finirà, distribuendo l’accoglienza in modo proporzionale tra i Comuni, per evitare eccessive concentrazioni di migranti”.
Anche perché, come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’assemblea, “i timori e le preoccupazioni dei cittadini vanno rispettati e presi sul serio: alla nostra capacità organizzativa il compito di tenere insieme solidarietà e sicurezza, umanità e legalità. Soccorrere chi fugge dalla violenza e chiede asilo sono segni di civiltà irrinunciabili”, ha aggiunto poi, sottolineando che bisogna continuare ad adoperarsi per far sì che l’Unione Europea non evada dalle responsabilità di solidarietà politica e dal compito storico che le appartengono su questo fronte”. Un Capo dello Stato dunque appiattito sulle posizioni del Governo.
Il piano – ha detto Fassino – ha l’obiettivo di superare le concentrazioni in pochi luoghi di migranti e profughi per passare ad una accoglienza che, facendo leva su tutti gli 8000 Comuni italiani, possa consentirci una accoglienza più ordinata e più sostenibile. Nei prossimi giorni – ha detto ancora – sulla base di un programma analitico, distinguendo i Comuni per fasce demografiche, individueremo anche questi indici quantitativi che consentano di proporre una accoglienza più sostenibile perché proporzionale. E’ un tema decisivo perché – ha concluso – molti sindaci temono l’invio di un numero di profughi eccessivo e quindi ingestibile”. In sostanza ciò vuol dire che la protesta delle popolazioni, che per ora si è limitata a molti comuni, ma anon alla totalità, è destinata a estendersi ancora coinvolgendo altre aree del nostro Paese.
Il piano si basa su una previsione di accoglienza annuale che rispecchia i numeri attuali degli arrivi, tra i 160-170mila profughi all’anno.