Dalla manovra viene in particolare una buona notizia, annunciata dal premier Renzi con uno smagliante sorriso: chiude Equitalia, uno degli enti più odiati dagli italiani, quello che provvede alla riscossione delle imposte. Ma le tasse si pagheranno comunque, solo che la riscossione passerà direttamente all’Agenzia delle entrate. E sembra che la direttrice, Rossella Orlandi, nella sua apprezzabile, ma finora vana, intenzione di mostrare un fisco dal volto umano e che opera in collaborazione con il contribuente abbia intenzione di dire addio alle cartelle esattoriali che lievitano a vista d’occhio caricando i contribuenti di oneri sempre più spesso impossibili da sopportare. E si comincerà con la rottamazione delle vecchie cartelle esattoriali.
Qualcuno parla già di «condono», di «regalo agli evasori», accusa che Renzi respinge, anzi oppone il recupero di tasse non pagate, 14,9 miliardi in un anno. In questo modo nelle casse dello Stato entreranno 4 miliardi in un anno. «Non si pagheranno più gli smisurati interessi e le more che erano nella filosofia di Equitalia», ha spiegato ieri il premier puntando il dito contro «un modello inutilmente polemico e vessatorio nei confronti dei cittadini. Chiudere Equitalia significa chiudere con quel modello lì, significa che quando non paghi una tassa ti arriva un sms». Gli sms «se mi scordo», come li ha ribattezzati l’attuale amministratore delegato di Equitalia Ernesto Ruffini che già dai tempi della prima Leopolda aveva convinto il premier a cambiare registro sulle tasse.
Quella che si chiama «rottamazione» implica la possibilità di cancellare una buona parte degli oneri accessori che gravano sulle cartelle esattoriali in maniera tale da rendere molto più facile il loro pagamento e quindi l’incasso da parte dello Stato. Si prevede che la cifra complessiva ammonto a 55 miliardi in tutto, nel 90% dei casi si tratta di cartelle di importo inferiore ai 5 mila euro.
I contribuenti avranno un anno di tempo per sanare la loro situazione. Ma le loro pendenze col Fisco verranno alleggerite in maniera significativa: nessuno sconto sull’importo delle tasse accertate o delle multe, «quelle si pagano punto e basta» ha rimarcato ieri il premier; così come dovranno essere corrisposti gli interessi sui ritardati pagamenti e l’aggio. Di contro, però, non si dovranno più versare né le sanzioni amministrative, né gli interessi di mora. Due voci che più delle altre hanno un effetto moltiplicatore degli importi accertati sino al punto da far raddoppiare o triplicare le somme da versare.
Lo sconto verrà applicato a tutti i carichi pendenti con Equitalia al 31 dicembre 2015, compresi i debiti oggetto di rateizzazione in corso o anche decaduti. Con un’unica esclusione: le cartelle relative all’Iva. I contribuenti avranno un anno di tempo per beneficiare della rottamazione, scaduto questo termine si tornerà ai vecchi pesantissimi conteggi. E gli importi da versare torneranno a gonfiarsi a dismisura. Gli importi potranno essere pagati in un’unica soluzione oppure rateizzati.