Intervista a Mario Checcaglini Direttore Confesercenti Arezzo. Un’analisi sul Piano Regionale di Sviluppo dal punto di vista del territorio aretino

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Mario CheccagliniImpegno di Confesercenti Arezzo per confrontarsi con i rappresentanti del territorio aretino in consiglio regionale sulla questione del Piano di Sviluppo. La presidenza provinciale dell’associazione di categoria di via Fiorentina è al lavoro per esaminare il Prs suggerendo le priorità, i progetti, gli investimenti utili alla crescita dell’economia non solo della Toscana ma anche del territorio aretino. Il direttore Mario Checcaglini spiega le opportunità che si possono aprire per le realtà territoriali che necessitano di sostegno per lo sviluppo e la ripresa economica.

 
Direttore perché la necessità di confrontarsi con le istituzioni sul Prs?
Innanzi tutto intendo chiarire che ci occupiamo di PRS  perché – è evidente- ha una ricaduta in ambito provinciale e l’attività della nostra associazione a livello regionale si occupa naturalmente dell’insieme del programma. Ad ogni associazione locale spetta quindi confrontarsi con i rappresentanti del proprio territorio in regione sulle ricadute che il piano ha, a livello provinciale. inoltre, sulle scelte che hanno impatto trasversale, come ad esempio i fondi destinati al credito alle imprese, è naturale che ci coordiniamo con la  nostra struttura  regionale per rafforzare le richieste. Confesercenti, a quindi inteso far sentire la voce degli operatori ai politici aretini rappresentanti in Regione del territorio aretino. Per questo abbiamo messo in agenda il confronto con la vicepresidente del consiglio regionale Lucia De Robertis (Pd), al quale seguirà nei prossimi giorni l’incontro con Stefano Mugnai (Pd) e Valentina Bardi (Forza Italia).

 
Quali sono i temi al centro del confronto?
Credo che all’interno dei 26 progetti che compongono il Prs, possano e debbano trovare spazio progettualità mirate allo sviluppo dell’Aretino. Il Prs prevede 26 progetti ma mentre ce ne sono alcuni finalizzati a determinate aree geografiche della Toscana, non esiste nessun progetto specifico per la Toscana del Sud. La cosiddetta area vasta tra Arezzo e Siena, mentre per esempio esistono progetti per la piana fiorentina, e altri progetti per le aree costiere e le isole. A nostro avviso invece il territorio della Toscana del Sud ha necessità di particolari sostegni anche alla luce degli avvenimenti che si sono susseguiti nel settore bancario con le note vicende di Banca Etruria e del Monte dei Paschi di Siena.

 
In tema di infrastrutture, quali sono le criticità del Prs e cosa invece è stato apprezzato?
Il completamento della Due Mari è una necessità del territorio inderogabile. Un intervento che non può più aspettare. La volontà di portare a compimento la Due Mari, e la definizione, una volta per tutte, del nodo dell’Olmo non può che trovarci d’accordo. Dispiaciuti invece per non aver trovato, nel piano regionale di sviluppo, nessun riferimento alla volontà di dotare la città di Arezzo di una stazione ferroviaria per l’alta velocità che a nostro avviso rappresenterebbe per il futuro una decisiva spinta allo sviluppo del territorio. Infine è partita la realizzazione della tre corsie lungo l’A1, ma fino ad Incisa; riteniamo che debba esserci spazio per la realizzazione della tre corsie fino al casello del Valdarno.

 
Le risorse destinate al settore del commercio e del turismo, sono sufficienti?
Il piano regionale di sviluppo prevede l’utilizzo per il prossimo quinquennio di risorse della Regione Toscana pari a 6,4 miliardi di euro di cui tre miliardi destinati alle infrastrutture viarie e solo 20 milioni al turismo e al commercio. Troppo pochi rispetto ai reali bisogni della categoria. Abbiamo quindi evidenziato, e continueremo a farlo, le proposte e le esigenze degli operatori che hanno bisogno di misure di sostegno per rafforzare il ruolo di province a forte vocazione turistica e commerciale.

 
E a proposito di sostegno alle imprese, in tema di credito cosa è previsto nel Prs?
Una misura che Confesercenti Arezzo, in continuità con Confesercenti Toscana, ritiene inefficace. Abbiamo dubbi sulla scelta della Regione Toscana in tema di sostegno al credito. Riteniamo che i 50 milioni riservati al credito sfuggano dalla possibilità di accesso da parte delle aziende se non si prevede il sostegno attraverso i consorzi. L’esperienza ci insegna che le azioni di microcredito diretto non hanno la funzione di moltiplicatore di opportunità di credito alle imprese e non servono allo sviluppo dell’economia.

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