Finalmente Bob Dylan, fresco premio Nobel per la letteratura, ha rotto il silenzio che aveva non poco imbarazzato gli accademici di Stoccolma, provocando anche reazioni negative e addirittura indignate. Le prime parole sul premio il cantante le ha dette a Edna Gunderson, del quotidiano inglese Telegraph, che lo ha sentito per presentare la sua imminente mostra di disegni, acquerelli e dipinti alla galleria Halcyon di Londra. «Che sorpresa – le ha avrebbe detto – da non crederci. Meraviglioso, incredibile, chi può anche solo sognare una cosa del genere?».
Non ha reagito più di tanto alle polemiche, confermando che ritirerà il riconoscimento: «Assolutamente sì – ha detto – se sarà possibile». E sulla mancata risposta agli accademici, che gli è valsa la qualifica di «maleducato arrogante» da uno di loro, dice solo: «Be’, sono proprio qui», come se bastasse fare il numero giusto per trovarlo.
C’è chi ha paragonato la sua opera a quella degli antichi poeti greci, a Omero e Saffo, le cui composizioni erano musicate: «Credo che un parallelo ci sia, in qualche modo – è la risposta -. Alcune mie canzoni, Blind Willie, The Ballad of Hollis Brown, Joey, A Hard Rain, Hurricane e altre hanno un significato un po’ omerico. Ma lascio che siano gli altri a decidere. Gli accademici. Loro dovrebbero saperlo. Non sono qualificato a rispondere se sia o no letteratura. Su questo non ho opinioni».