Borse, giorni di grande paura

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Padoan: “ L’Europa si stringa attorno alla BCE”

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I mercati di mezzo mondo stanno fluttuando. Volatilità e rimbalzi sono all’ordine del giorno condizionati dai timori geopolitici in atto e dall’andamento dall’economia globale, che nonostante i segnali di ripresa, è ancora caratterizzata da un rallentamento abbastanza generalizzato. Nei giorni scorsi i listini dell’Europa hanno fatto un tonfo. Wall Street ha perso oltre l’1%.

A New York, il petrolio ha chiuso sotto i 29 dollari. I mercati asiatici non sono da meno registrando ulteriori pesanti crolli. A complicare il quadro, alcuni dati negativi che arrivano dall’economia reale: la produzione industriale in Germania frena dell’1,2% mensile a dicembre mentre era atteso un rialzo. Nel quarto trimestre la produzione industriale tedesca arretra complessivamente dello 0,8%. E la Deutsche Bank è piena di titoli legati al prezzo del petrolio. C’è tra gli economisti chi, infine, teme che stia per fermarsi la lunga crescita americana, mentre la campagna elettorale certamente non aiuta a contenere le preoccupazioni dei fondi d’investimento e della grande finanza internazionale.

Piazza Affari in un mese ha registrato perdite superiori al 20%. Da inizio anno a Milano, sostengono molti economisti, si sarebbero evaporati 129 miliardi di euro di capitalizzazioni mentre il mercato bancario ha toccato nuovi minimi anche per la massa di debiti incagliati.

Come si è visto il problema è ormai globale e non riguarda alcuni paesi, ne l’Europa. Di fronte alla paura che attanaglia di nuovo le principali piazze finanziarie il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan invia un messaggio per rassicurare i mercati, “ L’Italia sta andando avanti confermando per quest’anno il previsto calo del debito pubblico italiano. Un fatto – afferma in un’intervista – che segnerà una svolta per il Paese, cambiando la scettica percezione che i mercati hanno nei nostri confronti”. Padoan invita però, nuovo i Paesi europei “a fare del loro meglio per facilitare il lavoro di Draghi e della Bce”. “La Bce sta facendo un grande lavoro e deve continuare a farlo”, sottolinea, ricordando che “l’inflazione nell’eurozona deve muoversi il più velocemente possibile verso quello che da tutti è considerato il valore di equilibrio”, intorno al 2%.

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