Auspicio è che preluda ad inversione di tendenza anche nei consumi, domanda interna è ancora debole
L’Italia esce, anche se di poco, dalla deflazione. L’inversione di tendenza segnata dall’indice dei prezzi, che a novembre registra una crescita dello 0,1% sull’anno, è un segnale di debole intensità ma comunque positivo, soprattutto in vista dell’arrivo della stagione natalizia.
L’aumento rilevato dall’Istituto di statistica è ancora in massima parte dovuto a fattori stagionali e agli energetici. Gli incrementi interessano infatti i prezzi degli alimentari non lavorati – in particolare dei vegetali e della frutta freschi – ma a rilanciare l’indice di inflazione è soprattutto il ridimensionamento del crollo dei beni energetici: la riduzione del costo del petrolio era stata la principale causa del tasso di inflazione negativo registrato negli ultimi mesi. Anche se purtroppo non l’unica: la ripresa della domanda interna, infatti, ha avuto fino ad ora un’intensità inferiore alle previsioni.
Una debolezza confermata in parte anche i dati negativi diffusi dall’Istat sulle vendite del commercio al dettaglio nei mesi di luglio, agosto e settembre. Pure la stagnazione dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa suggerisce una domanda ancora al palo o quasi. L’auspicio, quindi, è che l’inversione di tendenza dell’inflazione preluda ad un’inversione di tendenza anche per i consumi, e che la prossima stagione natalizia possa segnare finalmente il tanto atteso – e necessario – consolidamento della ripresa della spesa delle famiglie.