Stanchi di essere lavoratori in nero e precari della giustizia, i giudici di pace torneranno domani e per quattro giorni a scioperare. Un’iniziativa che potrebbe avere effetti pesanti sul servizio ai cittadini: è a rischio la celebrazione di 150mila processi, fa sapere l’Unione nazionale dei giudici di pace che ha organizzato la mobilitazione.
La nuova protesta, che fa seguito allo sciopero di cinque giorni attuato a novembre, andrà avanti sino a giovedì prossimo. Lo scopo è sollecitare il governo Gentiloni ad intervenire con un decreto legge per sanare le gravissime violazioni al diritto comunitario e alla Carta Sociale Europea contestate all’Italia dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea. E dunque a riconoscere alla categoria diritti fondamentali, come quelli alla continuità del servizio, alla previdenza, alla tutela della maternità e della salute, ad uno stipendio dignitoso e alla pensione.
«L’Europa ha chiesto al Governo Italiano di intervenire con urgenza per sanare le tante violazioni del diritto comunitario ed internazionale perpetrate a danno dei giudici di pace – dicono il presidente dell”Unagipa Maria Flora Di Giovanni e il segretario Alberto Rossi- E lo ha fatto dapprima con l’avvio di una procedura preliminare di infrazione per violazione della direttiva comunitaria sul lavoro a tempo determinato da parte della Commissione Europea, ora investita anche dal Parlamento Europeo da plurime petizioni ed interrogazioni a risposta scritta, e di recente con la decisione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d”Europa, che ha condannato l’Italia per violazione della Carta Sociale Europea».
Il governo intervenga subito per evitare danni anche alle tasche della collettività, è la richiesta dell’organizzazione che ha proclamato la protesta: la Commissione Europea, anche su sollecitazione del Parlamento Europeo, sta per avviare la procedura di infrazione contro l”Italia- avvertono Di Giovanni e Rossi- Sarebbero miliardi di euro di risarcimenti e sanzioni che graverebbero sul popolo italiano. Già infatti 300 giudici di pace si sono rivolti al Tar del Lazio per chiedere la stabilizzazione e ora si prospettano centinaia di azioni giudiziarie.
I giudici di pace costituiscono una fetta consistente degli oltre 5000 magistrati onorari, che nel loro insieme trattano il 50% del contenzioso civile e penale. La durata media dei procedimenti che si svolgono davanti ai loro uffici è inferiore ad un anno. Ma come le altre toghe onorarie, i giudici di pace lamenta l’Unagipa- percepiscono compensi lordi pari a meno del 10% di quelli riconosciuti ai magistrati di carriera.