Il Monte dei Paschi prosegue nel suo tentativo di raccogliere i cinque miliardi necessari al salvataggio. Ma il tempo è pochissimo e l’operazione, scrive Il Sole 24 Oreoggi in edicola, tutt’altro che agevole: l’ingresso dello Stato sembra sempre più vicino, e la decisione di ieri del Governo di prepararsi ad aprire il paracadute pubblico suona come una conferma in questa direzione.
«Tutto procede come previsto», ha detto ieri mattina il presidente della banca, Alessandro Falciai, uscendo dalla sede milanese dove si è tenuto il consiglio di amministrazione. In effetti, la macchina va avanti. Il problema è la strada: stretta e in salita, con pochissimo tempo a disposizione. Sono tante le incertezze che pesano sul progetto Mps: per avere un quadro più chiaro occorrerà aspettare il termine dei quattro giorni di bookbuilding, quando venerdì il cda farà il punto sulla effettiva richiesta degli investitori.
Tutto ovviamente è condizionato anche dall’andamento dell’intera operazione di aumento di capitale e del Liability management excercise.
Il buon esito della conversione è tra l’altro una delle condizioni poste dalle banche d’affari guidate da Jp Morgan e Mediobanca a procedere con il placement agreement, che potrà essere sottoscritto «eventualmente» al termine del periodo di offerta. Tra gli altri paletti posti dagli istituti, come comunicato ieri dalla banca, oltre agli «esiti del bookbuilding» e l’evidenza «sufficiente» che la cartolarizzazione sia perfezionata, c’è anche l’«eventuale investimento da parte dello Stato italiano nella società».
Nel disegno della banche d’affari, l’operazione resta subordinata alla presenza di un investitore di peso, come il Qatar, nel capitale. Tuttavia allo stato attuale in pochi scommettono sulla partecipazione di anchor investor al progetto. Da qua l’attenzione alle mosse del Tesoro: il cui aiuto, tuttavia, si porterebbe con sè la conversione forzosa dei 4,1 miliardi di bond subordinati.
