Prato meningite: migliora la ragazza ricoverata. Altri casi a Roma, Genova, Sulmona e Brescia

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Arrivano buone notizie dall’Ospedale Santo Stefano di Prato: la ragazza colpita da meningite e ricoverata la notte di Capodanno sta meglio: la prognosi resta ancora riservata ma i sanitari auspicano una evoluzione positiva. La ventenne, ricoverata dalla tarda serata del 31 dicembre, si è svegliata ed ha parlato con i genitori ed i medici.

«Il sensibile miglioramento delle condizioni cliniche della ragazza e la positiva risposta alle terapie — spiega il direttore dell’area anestesia e rianimazione dell’Ausl Toscana centro e della terapia intensiva dell’ospedale pratese, Guglielmo Consales — è sicuramente dovuto alla tempestività e appropriatezza dell’intervento dei sanitari ed al fatto che la ragazza fosse vaccinata. A distanza di 36 ore dall’arrivo in pronto soccorso, abbiamo il dovere di essere ancora prudenti ma oggettivamente la situazione è cambiata in modo significativo. Le condizioni erano critiche, abbiamo messo in campo tutti i trattamenti intensivi adeguati per le sepsi da meningococco. La prognosi resta riservata ma auspichiamo una evoluzione positiva». «Il vaccino è sicuramente un’arma efficace anche per quelle persone che non hanno una piena risposta di immunità contro la malattia. Raccomando a tutti di vaccinarsi», continua Consales .

La ragazza infatti si era vaccinata : aveva ricevuto a settembre 2016. Il Servizio di Igiene e pubblica e della nutrizione del Dipartimento di Prevenzione di Prato ha prontamente attivato tutte le procedure per la profilassi, sottoponendo a copertura antibiotica i familiari e le persone che nei 10 giorni precedenti all’esordio dei sintomi della paziente avevano avuto contatti stretti e ravvicinati con la ragazza.

Intanto continuano ad essere diversi i casi di meningite in Italia, non solo in Toscana. Un uomo è morto a Roma e solo negli ultimi due giorni, oltre agli episodi toscani, ci sono state quattro persone ricoverate una a Roma, una a Genova, una a Sulmona ed una a Brescia. Non si tratta però di una escalation e «non c’è una situazione di allarme», ribadisce il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Gianni Rezza, ricordando come ogni anno nel nostro Paese si registrino in media circa 1.000 casi di infezione da meningite e ribadendo l’importanza della vaccinazione come unica arma per prevenire o attenuare le conseguenze della malattia.

Proprio per questo ci dovrebbe essere una maggiore attenzione a livello nazionale, in modo da indicare alle regioni, titolari della competenza in questa materia, i correttivi da adottarsi visto il persistere dei ricoveri e, in qualche caso, delle morti per meningococco. In questo senso il Ministero dovrebbe ‘commissariare’ le regioni più colpite, non sostituendosi agli organi direttamente impegnati ma aiutandoli e sostenendoli maggiormente nell’azione di contrasto.

 

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