Parlamento europeo: per la Presidenza in lizza due italiani, è la prima volta

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Il 17 gennaio a Strasburgo si eleggerà il successore di Martin Schulz alla Presidenza dell’Europarlamento. I numeri sono incerti e per questo i candidati sono impegnati in una campagna di convincimento porta a porta. La sfida fra popolari e socialisti si è trasformata in un derby tutto italiano tra Antonio Tajani e Gianni Pittella ed è verosimilmente destinata a risolversi al fotofinish.

Occorrono 376 voti per essere eletti, la metà più uno dei parlamentari, ma nessuno sembra essere in grado di ottenere nelle prime votazioni così tanti consensi. I giochi si faranno a partire dal quarto scrutinio quando, in base al regolamento, resteranno in gioco solo i due candidati con il maggior numero di preferenze, che dovrebbero essere proprio i due italiani.

I popolari puntano su un accordo con i conservatori del gruppo Ecr, che porterebbero in dote un pacchetto di 74 voti; con i loro 216, li porterebbe a quota 290. Parallelamente, i socialisti sperano nell’appoggio di sinistra unitaria e verdi. Se tutti si schierassero per Pittella, sarebbero 102 voti da sommare ai loro 189: totale 291. Quindi parità quasi perfetta, ma ancora nessun vincitore.

A questo punto potrebbero diventare decisivi i voti della destra, lepenisti e Lega, una trentina di voti che in campo socialista considerano già a favore di Tajani, ma soprattutto i voti liberali, che in parlamento sono il quarto gruppo con 68 eurodeputati. La loro scelta potrebbe far pendere decisamente il piatto della bilancia da una parte o dall’altra. Un’altra settimana e sapremo chi si accomoderà sulla poltrona più alta dell’Europarlamento. Ma comunque vada siamo sicuri che parlerà italiano.

 

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