Governo: torna Gentiloni, il Consiglio dei ministri approva decreti unioni civili, altri per la scuola, e proroga Del sette

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E’ terminata a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del premier Paolo Gentiloni dimesso dal Gemelli, la riunione del consiglio dei ministri. All’ordine del giorno i decreti attuativi delle unioni civili e della Buona Scuola più alcune nomine. Il CdM, su proposta del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha prorogato l’incarico per il comandante Generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, per il capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano, per il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Danilo Errico.

«Con l’ok definitivo del consiglio dei ministri ai tre decreti legislativi di attuazione alla legge sulle unioni civili – la responsabile diritti del Pd Michela Campana- il nuovo istituto esce dal regime transitorio ed entra a pieno titolo nell’ordinamento italiano. Grazie ai decreti ponte, è stato possibile già costituire centinaia di unioni consentendo a tante persone di coronare il proprio sogno d’amore. Con questo ultimo via libera si mettono a punto alcuni aspetti non regolati direttamente dalla legge come la disciplina di diritto internazionale privato, la scelta del cognome della coppia, sulla dichiarazione di annullamento e l’armonizzazione del codice penale e del codice di procedura penale che prevede che il termine matrimonio si intende riferito anche alla costituzione di un’unione civile. Con questo atto formale si conclude l’iter di una legge storica che cambia il destino di migliaia di cittadini».

Quasi fuori tempo massimo, a 24 ore dalla scadenza il Consiglio dei ministri ha approvato alcuni dei 9 decreti attuativi della riforma della buona scuola, di renziana memoria. Si tratta dei decreti legislativi di attuazione previsti dalla legge 107 e introducono importanti novità nel sistema scuola.
Dalla riforma del segmento zero-6 anni a quella del sostegno agli studenti con disabilità fino alla valutazione, cioè il cambiamento del sistema di voto nelle elementari e degli esami di Stato alle medie e alla maturità.Le novità, dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, dovranno poi essere valutate dalle commissioni parlamentari e quindi rinviate all’esecutivo per l’ok definitivo. Ma in questo iter potranno subire altre modifiche.
Si tratta del «secondo tempo» della riforma della Buona Scuola dell’ex premier Matteo Renzi e dell’ex ministra dell’Istruzione Stefania Giannini approvata il 9 luglio 2015. Se fossero stati lasciati scadere i 18 mesi per l’attuazione dei decreti, si sarebbe arenata questa seconda parte della riforma che porterà novità già dal nuovo anno scolastico.
Per la riforma della maturità, che dovrebbe entrare in vigore nel giugno 2018, gli studenti si troveranno due prove scritte anziché le tre di quest’anno, la tradizionale di italiano e una specifica per l’indirizzo scelto. Dovrebbe essere abolita la temutissima terza prova. Le commissioni d’esame saranno formate da 3 membri interni, 3 esterni e un presidente esterno.

 

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