Scuola: il governo dà via libera agli esami riformati, alla riduzione delle tasse, all’ aumento dei posti negli asili

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Il ministro Fedeli, dopo le polemiche nate al momento del suo insediamento, sta dimostrando però di operare concretamente per attuare, ma nello stesso tempo correggere, la riforma della buona scuola. Ieri è stato dato il via libera, in Consiglio dei Ministri, a otto decreti legislativi di attuazione della legge Buona Scuola, che ora vanno nelle Commissioni parlamentari competenti e in Conferenza Unificata per l”apposito parere. Resta fuori una nona delega, che riguarda il nuovo Testo Unico, cioè il riordino delle disposizioni legislative vigenti, per il quale è previsto un ddl specifico e successivo.

MINISTRA – «Oggi comincia un percorso – dichiara la ministra Valeria Fedeli – è un punto di partenza. Aver dato il primo via libera in Cdm non significa pensare che i testi siano chiusi:lavoreremo nelle Commissioni parlamentari per ascoltare in audizione tutti i soggetti coinvolti in modo che i testi finali saranno frutto della massima condivisione possibile». A conferma della sua intenzione di cambiare completamente il metodo renzi-Giannini che aveva escluso completamente la consultazione di sindacati e soggetti interessati dalla riforma.

VALUTAZIONE – Nessun cambiamento per gli Esami di Stato di quest’anno; le novità entreranno in vigore dagli Esami del 2018. Per il I ciclo sono previste 3 prove scritte (italiano, matematica, lingua straniera) e un colloquio (oggi sono 6 più il colloquio). Il test Invalsi resta in terza ma si svolgerà nel corso dell”anno scolastico. Per il II ciclo: due prove scritte (una di italiano e l’altra specifica dell’indirizzo) e un colloquio orale (oggi le prove scritte sono tre). Lo svolgimento delle attività di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione. Il voto finale resta in centesimi, ma si dà maggior peso al percorso fatto nell’ultimo triennio: il credito scolastico incide fino a 40 punti, le 2 prove scritte incidono fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti. La Commissione resta quella attuale. La prova Invalsi viene introdotta in quinta per italiano, matematica e inglese, ma si svolgerà in un periodo diverso dall’Esame.

ACCESSO – Oggi chi vuole insegnare nelle secondaria deve abilitarsi dopo la laurea, per accedere così alle graduatorie per fare le supplenze; per il ruolo occorre superare un concorso. Il decreto prevede che dopo la laurea si parteciperà ad un concorso: chi lo supererà si inserirà in un percorso di formazione di tre anni, due dei quali fatti anche a scuola. Il percorso si concluderà, dopo il terzo anno, con l’assunzione a tempo indeterminato. Il decreto prevede una fase transitoria per chi oggi è già iscritto nelle graduatorie di istituto.

INCLUSIONE – Semplificazione e snellimento delle pratiche burocratiche, maggiore continuità didattica e formazione del personale docente e della comunità scolastica, costruzione di un progetto di vita che coinvolgerà più attori della società che collaborano in rete. Non sarà solo la gravità della disabilità a determinare le risposte offerte degli alunni: si cercherà di determinare in senso più ampio i loro bisogni. Insegnanti di sostegno più preparati, con l’obbligo di 120 crediti formativi universitari sull’inclusione scolastica (oggi sono 60).

ISTRUZIONE PROFESSIONALE – I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passano da 6 a 11. Conseguita la qualifica triennale, lo studente potrà scegliere di proseguire passando al quarto anno dei percorsi di Istruzione Professionale o dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e conseguire un diploma professionale tecnico. Le istituzioni scolastiche che offrono percorsi di istruzione professionale e le istituzioni formative accreditate per fornire percorsi di Istruzione e Formazione professionale entrano a far parte di un’unica rete, la Rete nazionale delle Scuole Professionali.

ISTRUZIONE 0-6 ANNI – La delega istituisce per la prima volta un Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni. Saranno progressivamente estesi i servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia su tutto il territorio nazionale; viene creato un Fondo (229 milioni all’anno) per gli Enti locali. Per le educatrici è sempre previsto il requisito della laurea (ora necessaria solo dai tre anni in poi). Promossa la costituzione di poli per l’infanzia per bambini fino a 6 anni, che serviranno a potenziare la
ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e scolastico e che saranno finanziati anche attraverso appositi fondi Inail (150 milioni).

DIRITTO ALLO STUDIO – Per la prima volta viene istituita una Conferenza Nazionale a cui parteciperanno associazioni dei genitori e degli studenti, Consulte degli studenti, Miur, Mibact, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regioni, Comuni. A partire al 2017 sono previsti 10 milioni di euro per l’erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti agli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado. Novità: esonero totale dalle tasse per le studentesse e gli studenti delle quarte e delle quinte della secondaria di II grado: si parte nell’anno scolastico 2018/2019 con le quarte.

CULTURA UMANISTICA – Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa saranno solo alcune delle arti che verranno potenziate negli istituti scolastici.

SCUOLE ITALIANE ALL’ESTERO – Istituzione dell’organico del potenziamento all’estero, 50 nuovi insegnanti, nuove risorse professionali. Miur e Maeci definiranno criteri e modalità per la formazione dei docenti all’estero. Il periodo di permanenza fuori dei docenti verrà ridotto dagli attuali 9 a 6 anni.

 

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