Patto per Islam italiano. Albo degli imam e sermoni nella nostra lingua. Garante il ministro Minniti

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterPrint this pageEmail this to someone

Hanno scritto il documento in punta di penna, pesando con attenzione ogni termine, affinché ciascuno dei firmatari potesse riconoscersi. Alla fine, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ed 11 rappresentanti di associazioni musulmane – grandi e piccole – sono usciti dalla Sala del Consiglio del Viminale con le firme messe in calce al «Patto nazionale per un Islam italiano». Il documento contiene 10 impegni sottoscritti dalle associazioni ed altrettante dal ministero: dai sermoni in italiano all’accesso ai non musulmani nelle moschee, dalla formazione degli imam da inserire in un apposito Albo all’istituzione di tavoli interreligiosi nelle prefetture.

«Il Patto – ha detto Minniti – è uno straordinario investimento sul futuro del nostro Paese che produrrà vantaggi anche materiali. Si tratta di un atto particolarmente importante che parte dal presupposto che si possono avere religioni differenti e tuttavia siamo tutti quanti italiani. Il documento allude in prospettiva ad un’intesa. L’hanno firmato associazioni che hanno storie e sensibilità differenti e che in altri momenti non avrebbero sottoscritto un documento comune. Tutti i firmatari si sono impegnati a rifiutare qualunque forma di guerra e di terrorismo».

I punti sottoscritti, ha sottolineato il ministro,non sono standard che uno decide e gli altri devono accettare, sono standard condivisi ed ho visto una straordinaria volontà dei firmatari di impegnarsi nella realizzazione di questo percorso. Izzeddin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Ucoii, ha firmato con sommo orgoglio perché l’accordo si basa proprio sui patti di cittadinanza che la comunità ha già sperimentato con successo a Firenze e Torino. Ci tiene a sottolineare un punto il segretario generale del Centro islamico culturale d”Italia, noto come la Grande moschea di Roma, Abdellah Redouane.

E tra i firmatari c”è anche un’aspirante imamessa, Maryan Ismail, dell’Associazione madri e bimbi somali di Milano. «Sono felicissima – ha detto – perché nel documento non c’è un Islam dominante, si rispetta anche il sufismo ed il ruolo delle donne. Il Patto può così diventare una piattaforma per ribaltare alcuni paradigmi». Il documento prevede infine che il ministero promuova una conferenza con l’Anci dedicata al tema dei luoghi di culto islamici in cui richiamare il diritto alla libertà religiosa che si esprime anche nella disponibilità di sedi adeguate e quindi di aree destinate all’apertura o alla costruzione di luoghi di culto nel rispetto delle normative in materia urbanistica, di sicurezza, di igiene e sanità, dei principi costituzionali e delle linee guida europee in materia di libertà religiosa.

 

Calendario Tweet

settembre 2024
L M M G V S D
« Ago    
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30