Terrorismo: l’Isis si finanzia attraverso il traffico di esseri umani. Attenti ai foreign fighters

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Giornata importante quella di ieri per la lotta al terrorismo da parte delle autorità italiane. Come detto in altra parte del giornale sono stati arrestati personaggi, in particolare due coniugi campani, che si erano radicalizzati e operavano per esportare illegalmente, con traffici di livello internazionale, armi in Iraq e Libia. Per fortuna le nostre autorità sono intervenute per stroncare questa pericolosa trafila. Ma nello stesso giorno un altro segnale viene lanciato dal prefetto Alessandro Pansa, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in merito alle prospettive dell’azione dell’Isis e sulle sue fonti di finanziamento in particolare, che sembrano giovarsi del traffico di migranti, come da tempo si sospettava.

PANSA – Dice Pansa: «Daesh è in grave arretramento. Le sue fonti di finanziamento, in primis il contrabbando di petrolio e il traffico di reperti archeologici, sono destinate a inaridirsi. È verosimile che Daesh prenda in considerazione il traffico di esseri umani come nuova fonte di reddito. Quale responsabile dell’intelligence, credo di avere per prima cosa il dovere di domandarmi se davvero il fenomeno delle migrazioni sia, per sua natura, collegato intimamente ed irrimediabilmente alla dimensione della sicurezza. Personalmente ritengo che non lo sia, ma qualora vedessimo l’immigrazione sempre e comunque come un problema, finiremmo col coagulare su di essa timori, agitazioni, apprensioni, equivoci. Ci ritroveremmo ad evocare un mondo alla Carl Schmitt, basato sulla divisione fra amici e nemici». Dunque Pansa sembra escludere che fra gli immigrati si annidino terroristi, ma afferma esplicitamente che il traffico di esseri umani, sostanzialmente il business dell’immigrazione, porta fondi al terrorismo islamico. Non è un’affermazione di poco conto, anche se dalle parole del Capo del Dis è evidente la volontà di sfumare questa realtà. Forse per non apparire allineato alle posizioni di Trump che sembra diventato, secondo l’opinione pubblica americana ed europea, orchestrata dalla sinistra, quasi il nuovo pericolo pubblico n.1, a fianco di Putin.

FOREIGN FIGHTERS – Nel frattempo uno studio di Alessandro Boncio – docente di counter-terrorism, pubblicato sul portale dell’intelligence italiana www.sicurezzanazionale.gov.it – ci informa che sono 110 in tutto i foreign fighters italiani. Circa 1.200 sono i siti di interesse monitorati dagli apparati di prevenzione, 300 gli individui attenzionati di cui almeno un terzo presenta un profilo estremamente complesso e problematico secondo la nostra intelligence. Dunque potenzialmente pericoloso. All’elenco vanno aggiunti i 140 possibili jihadisti che sono stati espulsi per motivi di ordine e sicurezza pubblica dall’inizio del 2015.

Si tratta di un quadro complesso sì, ma nel complesso preoccupante. Abbiamo però fiducia nelle capacità della nostra intelligence, della magistratura, delle Forze dell’ordine che finora sono riusciti a intervenire con efficacia e prontezza di fronte al manifestarsi di qualsiasi segnale di radicalismo o fiancheggiamento del terrorismo islamico.

 

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