Arquata del Tronto: arrestato l’ultimo abitante rimasto. Non ha abbandonato il paese distrutto

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Era uno dei paesi, piccoli, che ha subito maggiori devastazioni, tanto che le autorità avevano deciso di far evacuare completamente l’abitato per il pericolo di ulteriori crolli. Ma, nonostante la situazione tragica, un solo abitante aveva resistito al gelo, alla neve e a tutti gli inviti – formali e informali – di evacuazione. Martedì è stato arrestato, mercoledì mattina è stato processato per direttissima dal tribunale di Ascoli Piceno, e subito rimesso in libertà con l’ordine di non avvicinarsi più al suo paese, una frazione di Arquata del Tronto.

È la storia di Enzo Rendina, 58 anni, accusato di interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale, per essersi rifiutato di abbandonare la sua terra nonostante l’ordinanza di sgombero totale emessa dal Comune di Arquata del Tronto dopo le scosse del 30 ottobre che avevano reso del tutto inagibile il paese.

L’uomo sostiene di soffrire di una fobia da case in muratura. Il suo legale ha presentato un certificato medico durante l’udienza. «Non posso dormire nei luoghi chiusi», ha provato a spiegare in tribunale. Infatti aveva dormito per molto tempo in tenda. La neve del 18 gennaio aveva distrutto la tenda e costretto i vigili del fuoco a soccorrerlo e portarlo nel loro campo base nella zona industriale di Pescara del Tronto. Si è stabilito da loro, con un materassino e i propri effetti personali «creando difficoltà e interferendo nell’attività dei vigili del fuoco» si legge nel documento di arresto a motivazione dell’accusa di interruzione di pubblico servizio.

 

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