Migranti: accordo tra Italia e Libia per limitare gli arrivi. La firma dei premier Serraj e Gentiloni

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Sta andando avanti il piano del Governo italiano per limitare gli sbarchi dalla Libia, dopo l’era degli arrivi indiscriminati. «Una giornata di svolta che autorizza speranza per il futuro della Libia». È questa la definizione utilizzata dal premier Paolo Gentiloni dopo la firma con il collega libico Fayez al Serraj di un memorandum sul contrasto al traffico di esseri umani e all’immigrazione illegale e al rafforzamento delle frontiere, oggi a Roma, con il pieno plauso dell’Ue, che punta adesso a chiudere la rotta libica per ridurre drasticamente i flussi dal Nordafrica.

Il leader del governo di unità nazionale libico è atterrato a Roma, dopo una due giorni a Bruxelles per chiedere il sostegno e «più soldi» alle istituzioni europee. Nella Capitale è stato fatto un passo concreto in questa direzione. Il memorandum, siglato con Gentiloni a Palazzo Chigi, prevede una cooperazione più organica tra i due Paesi, soprattutto per rafforzare quella frontiera da cui ogni giorno partono tantissimi disperati. E l’impegno italiano per «rafforzare le istituzioni libiche», a partire dalla «polizia di frontiera», perché bisogna fermare «una piaga che colpisce la Libia, l’Italia, l’Europa e chi ne è vittima», ha spiegato il premier italiano.

L’intesa rappresenta un ulteriore tassello dello storico coinvolgimento in Libia dell’Italia, unico Paese occidentale ad aver riaperto finora la propria sede diplomatica a Tripoli, ha ricordato Gentiloni, sottolineando tuttavia che si tratta soltanto di «un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare». Adesso «serve un impegno economico dell’Unione Europea», ha avvertito il premier, che domani volerà a Malta per il vertice europeo informale dedicato proprio alla crisi migratoria. Per fare «l’ambasciatore di questo memorandum» e promuovere «ulteriori passi in avanti».

Serraj, dal canto suo, ha riconosciuto il carattere «strategico» delle relazioni bilaterali, aggiungendo che sono in corso anche «trattative per accordi economici che rappresenteranno una soluzione quotidiana ai problemi dei nostri cittadini». Il punto fermo, però, è che la Libia «non farà intese che intacchino la propria sovranità», ha puntualizzato Serraj, chiudendo tra le altre cose all’ipotesi – emersa negli ultimi giorni – che l’operazione navale Ue possa entrare in acque libiche. Tripoli punta invece ad un «comando unico congiunto per ammodernare la flotta libica».

L’accordo Roma-Tripoli ha ricevuto il plauso dell’Ue. Adesso l’obiettivo di «fermare i flussi di migranti irregolari è a portata di mano», ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, aggiungendo di aver concordato con Francois Hollande e Angela Merkel «di sostenere l’Italia in questa nuova cooperazione».

 

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