Pensioni: Renzi smentisce interventi sulla reversibilità. Il vero problema sono le minime (ma il problema è assistenziale, non previdenziale)

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Il taglio alle pensioni di reversibilità “l’abbiamo smentito totalmente”. Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi, ospite di Rtl102.5, spiegando che si è trattato della “classica notizia che si autoalimenta: uno interpreta la legge in un modo, 10 parlamentari dichiarano che difenderanno le pensioni di reversibilità, e poi tutti mi chiedono se è vero che le tagliamo…”.

A giudizio di Renzi, invece, “la questione vera delle pensioni è complicata perchè un sacco di gente viaggia con la minima e fa fatica. Non è certo la reversibilità. Purtroppo i soldi non li stampiamo. Non è come in passato che bastava aumentare il debito”. Sulle pensioni minime c’è però una netta presa di posizione nel Paese: le pensioni minime sono a favore di chi non ha versato contributi o ne ha versati pochi. Farle crescere non è un problema previdenziale ma assistenziale. Non possono essere coloro che hanno versato 40 anni di contributi a dover provvedere al miglioramento dell’assegno di chi ha versato poco o nulla.

A proposito del debito, Renzi ha aggiunto: “Noi abbiamo detto che lo diminuiremo nel 2016, per i nostri figli, e dunque non spendiamo i soldi che non ci sono. Non prometto niente sulle pensioni minime se non sono sicuro che posso mantenerlo. Io quando faccio una promessa ho dimostrato che la mantengo, e non possiamo perdere questo punto di forza dell’azione di governo”, ha concluso Renzi.

 

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