Tassa di successione: Renzi batte cassa e prepara aliquote assai più alte, fino al 45%

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Per batter cassa il Governo sarebbe intenzionato a rispolverare l’aumento della tassa di successione e donazione. L’incremento dell’imposta sulle successioni e donazioni era nell’aria già da tempo: la proposta di legge era stata presentata l’anno scorso dai deputati di Sel. Ora, come confermato da Milano Finanza, sono ripresi i lavori per l’inasprimento della tassa. La nuova imposta sulle successioni e donazioni prevede delle franchigie (cioè delle soglie esenti da tassazione) molto più basse rispetto alle attuali e un innalzamento delle aliquote per tutti i contribuenti, anche qualora chi erediti sia il coniuge o il figlio. Scelte che sembrano mirare a disintegrare patrimoni e rendite: infatti se il valore dell’eredità supera 5 milioni di euro, le aliquote arriverebbero anche al 45%. Visto l’aumento delle tasse sulla successione, occorrerà valutare se conviene di più fare una donazione diretta o indiretta, magari della casa, quando uno è ancora in vita. Ma vediamo i possibili nuovi aumenti nel dettaglio.

SUCCESSIONE – La base imponibile della nuova imposta di successione sarà sempre costituita dal valore complessivo dell’eredità. L’ammontare della tassa, però, si determinerà applicando le seguenti aliquote:

– 7%: per il coniuge ed i parenti in linea retta (genitori e figli), con una franchigia massima di 400.000 euro (vuol dire che il tributo si paga sul valore che eccede questa soglia). Attualmente, l’aliquota è al 4%, e la franchigia a un milione di euro;
– 8%, per fratelli e sorelle, con una franchigia di 100.000 Euro; attualmente, l’aliquota è al 6%, e la franchigia è uguale;
– 10%, senza franchigia, per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado; attualmente la franchigia è pari al 6%;
– 15%, senza franchigia per gli altri soggetti; attualmente la franchigia è pari all’8%.

Ma le novità non finiscono qui: se il valore del patrimonio ereditario supera i 5 milioni di euro, le aliquote saranno pari al:

– 21%, per coniuge, genitori e figli;
– 24%,per fratelli e sorelle;
– 30%, per tutti gli altri parenti sino al 4° grado;
– 45%, per gli altri soggetti.

VALORE DELL’ASSE EREDITARIO – Il valore del patrimonio ereditario viene determinato non solo in base a conti correnti, depositi, ed a tutti i beni mobili del defunto, ma anche in base agli immobili posseduti. In particolare, il valore degli immobili ai fini dell’imposta sulla successione si calcola a partire dalla rendita catastale rivalutata del 5%, moltiplicata per uno dei seguenti coefficienti:

– 110, per la prima casa;
– 120, per i fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C (esclusi A/10 e C/1);
– 140, per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale B;
– 60, per i fabbricati delle categorie A/10 (uffici e studi privati) e D;
– 40,8, per i fabbricati delle categorie C/1 (negozi e botteghe) ed E.
Il valore dei terreni non edificabili si determina moltiplicando per 90 il reddito dominicale già rivalutato del 25%.

IMPOSTE SU IMMOBILI EREDITATI – Non dimentichiamo, poi, che l’imposta sulle successioni non è l’unica tassa da pagare quando si eredita un immobile: devono essere effettuate, in questo caso, anche le volture catastali e saldate le imposte ipotecarie e catastali. Tra l’altro, mentre la dichiarazione di successione può essere presentata entro 1 anno dal decesso, e la relativa imposta è liquidata dall’Agenzia delle Entrate entro 3 anni, le imposte ipotecarie e catastali (la prima pari al 2%, e la seconda all’1% del valore dell’immobile) devono essere liquidate prima della presentazione della dichiarazione di successione. Delle eccezioni sono previste per la prima casa. Non dovrebbero essere previsti ritocchi al rialzo per tali imposte.

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Renzi aveva promessa che dal 2016 le tasse sarebbero state diminuite. Vero solo in parte, quelle locali aumentano ancora, ma sembra che anche per quelle statali sia iniziato un forte e deciso recupero.

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