L’approvazione, nel dicembre scorso, è stata segnata da polemiche, proteste, modifiche e contro modifiche; ora la legge toscana numero 86/2016 “Testo unico del sistema turistico regionale” finisce di fronte alla Corte Costituzionale. Il Governo, che l’ha impugnata nella seduta del Consiglio dei ministri di ieri, ha messo nel mirino proprio la norma sulle locazioni turistiche, ‘cuore’ della legge all’origine delle proteste, accusata di invadere la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile, in violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione.
La disciplina delle locazioni turistiche – contenuta nell’articolo 70 del testo unico votato a maggioranza dall’aula del Consiglio regionale – prevede la possibilità di esercitare l’attività in forma non imprenditoriale per chi affitta uno o due appartamenti, ma anche per chi affitta tre o più appartamenti a patto che effettui meno di 80 comunicazioni di locazione turistica al Comune nel corso dell’anno solare (se ne effettua più di 80, scatta la partita Iva).
Si tratta del tentativo, ideato dall’assessore al turismo Stefano Ciuoffo e poi modificato dalla commissione consiliare Sviluppo economico, di mettere un argine alle locazioni di alloggi privati effettuata tramite portali e agenzie online, evadendo spesso tassa di soggiorno e imposte sugli affitti. 
Quella materia – ribadisce ora il Governo, che aveva già impugnato leggi di altre Regioni su questa materia – resta di competenza dello Stato.
L’impaginazione riguarda anche un’altra norma che definisce l’attività di guida ambientale, e che andrebbe a ledere la competenza statale ad individuare nuove figure professionali, anche nel settore turistico, violando l’art. 117, terzo comma, della Costituzione.
