Fisco: il reddito medio degli italiani è di 20.000 euro. Per 10 milioni imposta netta pari a zero

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Il reddito medio degli italiani è di 20.690 euro ma poco meno della metà dei contribuenti (il 45%) dichiara al fisco e paga tasse su un reddito più basso di 15mila euro. Circa 10 milioni hanno un’imposta netta pari a zero; un numero che sale a 12,2 milioni se si considerano quelli la cui imposta è interamente compensata dal bonus mensile di 80 euro.
Il quadro emerge dalle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche (Irpef) relative all’anno d’imposta 2015 stilate dal Dipartimento delle Finanze del Tesoro. Un quadro statistico che a volte non coincide con la realtà del Paese: dati che confermano la gravità dell’ammontare dell’evasione fiscale nel nostro paese, la cui portata è grande come una casa, commenta la segretaria Cisl, Annamaria Furlan.

Sta di fatto che i ricchi, cioè chi ha un reddito sopra i 300mila euro l’anno, sono pochissimi, lo 0,1% del totale (34.000 contribuenti). Brutte notizie inoltre per circa 1 milione di contribuenti che hanno dovuto restituire tutto il bonus di 80 euro, a cui si sommano altri 765.000 che lo devono rimborsare in parte. E anche per i precari che, neanche a dirlo, hanno un reddito medio che è meno della metà di chi ha un lavoro stabile.
Le addizionali comunali e regionali aumentano ancora anche se – ricorda il Dipartimento – a decorrere dal successivo anno d’imposta (2016) è stato previsto il blocco degli aumenti delle addizionali Irpef comunali e regionali.

Dunque i dati del Mef ci informano che i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Irpef nell’anno d’imposta 2015 sono stati 40,8 milioni, in lieve aumento (+0,13%) rispetto all’anno precedente. Il reddito complessivo ammonta a circa 833 miliardi di euro per un valore medio di 20.690 euro (+1,9% rispetto al 2014). I soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,2 milioni. Il Tesoro sottolinea che hanno concorso nuovamente alla formazione del reddito i premi di produttività, perché nel 2015 non ha trovato applicazione la tassazione agevolata del 10%. Nel confronto con il reddito medio 2014 comprensivo dei premi la variazione è +1,3%.

Il Mef in base alle dichiarazioni Irpef sull’anno di imposta 2015, ha valutato che, rispetto al valore medio del reddito complessivo (pari a 20.690 euro), il reddito medio da pensione (pari a 16.870 euro) è inferiore del 18,5% mentre quello da lavoro dipendente (pari a 20.660 euro) è in linea, tenuto conto che quest’anno comprende i premi di produttività non assoggettati a tassazione sostitutiva.

Analizzando i lavoratori dipendenti in base al tipo di contratto di lavoro, emerge che, se si considerano soltanto i soggetti con contratto a tempo indeterminato (pari a 16 milioni, +2,1% rispetto al 2014), il valore medio è pari a 23.068 euro (-1,3% rispetto all’anno precedente), mentre coloro che hanno esclusivamente contratti a tempo determinato (pari a 4,8 milioni, +2,0% rispetto al 2014) hanno un reddito medio di 9.633 euro (-1,8% rispetto all’anno precedente). Il reddito medio d’impresa è pari a 19.990 euro, 3,4% in meno rispetto al reddito complessivo medio, mentre quello da lavoro autonomo (38.290 euro) è quasi il doppio.

Spulciando i dati si osserva una lieve flessione del reddito medio da lavoro dipendente (-0,2%) mentre è consistente la crescita dei redditi d’impresa (+14,4% per la contabilità ordinaria e +8,6% per la contabilità semplificata) e da lavoro autonomo (+7,6%) influenzata dall’introduzione del regime forfetario rivolto alle partite Iva con dimensioni economiche ridotte: la fuoriuscita dalla tassazione ordinaria di imprenditori e autonomi di piccole dimensioni, che dichiarano normalmente redditi bassi, determina infatti fisiologicamente un aumento del reddito medio dichiarato soggetto a Irpef ordinaria.

Il Mef sottolinea infine che il confronto tra le differenti categorie reddituali deve tener conto sia delle diverse norme fiscali per la loro determinazione sia delle singole peculiarità. In particolare, non è possibile dai dati pubblicati comparare il reddito degli imprenditori con quello dei «propri dipendenti»: la definizione di imprenditore non può essere assunta come sinonimo di «datore di lavoro» in quanto tra gli imprenditori sono compresi coloro che non hanno personale alle loro dipendenze. Inoltre la categoria dei lavoratori dipendenti comprende sia coloro che prestano l’attività presso una ditta individuale che presso una società.

Le tipologie di reddito maggiormente dichiarate, sia in termini di frequenza sia di ammontare, sono quelle relative al lavoro dipendente (51,8% del reddito complessivo) ed alle pensioni (29,9% del reddito complessivo). Il Mef sottolinea che il reddito da lavoro dipendente comprende i compensi corrisposti per prestazioni di collaborazione coordinate e continuative, compresi i collaboratori a progetto (5% dell’ammontare complessivo del reddito da lavoro dipendente), i sussidi e le prestazioni di previdenza complementare, i premi di produttività, e la quota di Tfr liquidata mensilmente.

Si riscontra una crescita del numero di lavoratori dipendenti (con oltre 420.000 soggetti in più rispetto al 2014) a fronte del quale si rileva un ammontare del reddito di oltre 431 miliardi di euro (+2,8%).
Analizzando i lavoratori dipendenti in base al tipo di contratto di lavoro, emerge che, se si considerano soltanto i soggetti con contratto a tempo indeterminato (pari a 16 milioni, +2,1% rispetto al 2014), il valore medio è pari a 23.068 euro (-1,3% rispetto all’anno precedente).
Mentre coloro che hanno esclusivamente contratti a tempo determinato (pari a 4,8 milioni, +2,0% rispetto al 2014) hanno un reddito medio di 9.633 euro (-1,8% rispetto all’anno precedente) Il reddito medio d’impresa, considerando sia i soggetti in contabilità ordinaria sia quelli in contabilità semplificata, è pari a 19.990 euro, 3,4% in meno rispetto al reddito complessivo medio mentre quello da lavoro autonomo (38.290 euro) è quasi il doppio.

 

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