Quasi un’impresa meccanica su due è ”digitale”

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La task force di Federmeccanica, guidata da Luca Beltrametti, direttore del Dipartimento di economia dell’università di Genova, scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, sta girando in lungo e in largo l’Italia. Obiettivo: convincere le imprese del settore, grandi e piccole, qualunque sia la loro specializzazione produttiva, che è il momento di tornare a investire. E che il migliore investimento, oggi, ruota intorno alle tecnologie digitali.
Il metalmeccanico è un comparto chiave per il Paese, forte di 150mila imprese, con un milione e 700mila addetti e un fatturato complessivo di 400 e passa miliardi (200 dei quali sull’export). Secondo una ricerca condotta da Federmeccanica (su un campione, in Italia, di 527 aziende del settore, per il 54% composto da micro o piccole imprese) il 45% delle aziende toscane contattate dichiara un alto livello di digitalizzazione (in testa alla classifica c’è il Lazio con il 56%). Stessa percentuale per chi ritiene di avere un medio livello di digitalizzazione. Il 10% delle aziende ritiene, invece, di dover migliorare (basso grado di tecnologie digitali).
L’Italia è in generale all’inizio del cammino, soprattutto, in riferimento all’applicazione delle tecnologie: il 51% delle aziende usa apparecchiature robotiche, il 32% stampanti 3D, il 27% i sistemi Iot. Ma il peggio arriva quando si parla di programmi futuri: nessun investimento previsto, nemmeno oltre i cinque anni, è la risposta prevalente per qualsiasi tecnologia digitale, a partire dalla stessa robotica, dalla stampa 3D e dallo internet of thing.

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