Firenze: 49 lavoratori in nero scoperti nei capannoni cinesi. Operazione della Guardia di Finanza

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Intervento della Guardia di Finanza, in due operazioni distinte, nel contrasto al sommerso, al lavoro nero, alla produzione di oggetti contraffatti: denunciate tre persone; scoperti 49 lavoratori in nero o irregolari e 4 clandestini impiegati in capannoni cinesi; sequestrati oltre 8.000 oggetti contraffatti. Nel dettaglio sono stati controllati 3 capannoni ubicati a Campi Bisenzio, località Ponte all’Asse e Tre Ville, dove operavano 5 ditte, gestite tutte da soggetti di etnia cinese, che confezionavano borse, accessori e capi per l’abbigliamento.

Gli immobili erano stati suddivisi in distinti settori, ognuno occupato da una ditta e, al momento dell’accesso, sono stati identificati 53 lavoratori di origine cinese che, dai successivi controlli, sono risultati: 20 completamente in nero, di cui 4 clandestini; 29 irregolari. Due datori di lavoro sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per il reato di impiego di manodopera clandestina. L’Ispettorato del lavoro ha emesso 4 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro all’atto del controllo). Inoltre, sono state constatate sanzioni amministrative per complessivi euro 70.400. L’Azienda Sanitaria Locale fiorentina provvederà a comminare
le relative sanzioni per illeciti amministrativi vari, per la mancanza della sicurezza dei macchinari e la scarsa igiene dei luoghi di lavoro, nonché per la presenza di due locali adibiti rispettivamente a
dormitorio e cucina.

La seconda attività di servizio, condotta sempre dai finanzieri del gruppo di Firenze, ha portato al sequestro di 8.000 borse contraffatte presso due capannoni a Sesto Fiorentino, in località Osmannoro, dove un cittadino di origine cinese stoccava e vendeva all’ingrosso accessori moda, di buona qualità, provenienti dalla Cina. Il responsabile è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Firenze per i reati di contraffazione dei marchi registrati e per
ricettazione.

 

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