Da qualche tempo si discute nel mondo di internet sul caso delle fake news, di quelle notizie false cioè lanciate ad arte per influenzare l’opinione pubblica. In Italia la vicenda è esplosa quando una bufala in linea ha interessato la presidente della camera Laura Boldrini, la cui sorella, morta da anni, è stata messa all’indice sul web, accusata falsamente di gestire «340 cooperative che si occupano di assistenza agli immigrati». La presidente, giustamente indignata, ha lanciato un appello ai cittadini italiani, a tutti quelli che vogliono dare una loro partecipazione contro la disinformazione e le notizie false per la tutela del loro diritto a essere informati correttamente. Ha promosso così il debunking, l’attività che smaschera le bufale attraverso una verifica attenta e puntuale sulle fonti e sulla trasmissione della notizia.
GOOGLE – Anche Google, il più diffuso motore di ricerca, riconosce il problema, e per limitare le bufale diffuse in rete ha annunciato una vera e propria rivoluzione. Il piano di modifiche si muove su tre fronti e include miglioramenti al search ranking (il sistema di posizionamento nel motore di ricerca), modi più semplici perché le persone possano fornire feedback diretti e ancora più trasparenza su come funziona la ricerca. Anche i fattori dell’algoritmo di posizionamento, i cosiddetti segnali, sono stati rivisti per «per aiutare a far emergere più pagine più autorevoli e far retrocedere contenuti di scarsa qualità».
«I nuovi meccanismi di feedback includono categorie chiaramente identificate in modo che possiate informarci direttamente se trovate contenuto sensibile o inutile», spiegano da Mountain View. «Intendiamo usare questi feedback per migliorare i nostri algoritmi». Aggiornamenti infine sono previsti anche per la guida online How Search Works, con cui Google spiega – a grandi linee – come funziona il meccanismo di indicizzazione dei risultati di ricerca.