Intervista a Nico Gronchi Presidente Confesercenti Toscana. ‘L’imposta di Soggiorno: un bel tesoretto per i comuni ma un pessimo affare per il turismo’

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nico gronchiPresidente, proviamo a ricostruire la storia della Tassa di soggiorno?

Introdotta dal legislatore, con il decreto legislativo 14 marzo 2011 n.23, per favorire lo sviluppo turistico delle località, la Tassa di Soggiorno, è, oggi, utilizzata solo per far fronte alle necessità di bilancio dei Comuni Italiani, rendendo ancor più insopportabili e gravosi gli effetti della crisi economica sulle imprese alberghiere, diminuendo la competitività del sistema turistico italiano; che, però, rappresenta ancora uno dei pochi, se non l’unico, settore che è in grado di favorire lo sviluppo del paese e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Dopo la storia passiamo ai numeri, quanto vale la Tassa di Soggiorno nella nostra regione?

In Toscana, la tassa di soggiorno, vale circa 60 mln di cui 26 solo Firenze; l’annunciato accordo con soggetti di intermediazione di appartamenti privati ne dovrebbe portare altri 10, a seguito di una legge Regionale che regoli il settore. Il gettito dovrebbe essere, però, vincolato alla realizzazione di interventi in materia di turismo e a sostegno del sistema ricettivo, prevedendo una pianificazione e un monitoraggio attento sull’utilizzo e sui benefici ottenuti. A Firenze, ad esempio, il gettito 2014 dell’imposta è stato destinato per il 56,3% ai beni culturali, per l’8,4% ai beni ambientali e per il 35,3% al turismo.

Qual è stato il ruolo dei Comuni nei confronti della questione?

Su scala nazionale i comuni (dati aggiornati a Luglio 2015) che hanno introdotto questo prelievo sono 720 per un valore complessivo di oltre 400 mln; tra questi 109 solo in Toscana, di cui 10 come imposta di sbarco nelle isole. L’esperienza di questi anni conferma la grave lacuna normativa, tale mancanza ha portato i Comuni a procedere “in ordine sparso”; molte Amministrazioni Comunali hanno attuato regolamenti che non hanno tenuto in considerazione le finalità dell’imposta di soggiorno. Il modo di applicazione, molto confuso, e il quantum richiesto – con una netta differenziazione fra i vari territori italiani – hanno determinato, inoltre, una legalizzata concorrenza sleale fra le varie località e le stesse imprese in primis, ma anche l’adozione di modelli gestionali diversi.

Possibili accordi tra Comuni e nuovi soggetti del mondo della ricezione turistica sulla Tassa di Soggiorno. Qual è la sua opinione?

In tutta Italia (Firenze tra i primi comuni) si discute di possibili accordi sulla tassa di soggiorno tra i Comuni e chi intermedia i fenomeni della cosiddetta Sharing Hospitality, fenomeno nuovo e in crescita che domanda professionalizzazione e regole certe. Non ci piace la semplice logica del “fare cassa” sui turisti, ma occorrono certezze su queste risorse perché il turismo necessita di una forte politica di rilancio e di sostegno alle imprese.

Dopo aver parlato dei Comuni, passiamo al ruolo della Regione.

In queste settimane, in cui si discute di rimettere mano al Testo Unico sul Turismo in Toscana, credo sia arrivato il momento, giusto, per provare a costruire, insieme, una norma Regionale che si occupi di Promozione, Investimenti e Regole inerenti al settore turistico. Siamo pronti, anche, a discutere di norme volte alla regolamentazione dei nuovi fenomeni legati al Turismo; regole che non vadano ad irrigidire il settore, ma che mettano, ad esempio, in fila temi fondamentali come: igiene, sicurezza, generalità degli ospiti e trattamento Fiscale.

I dati mostrano una costante crescita del settore turistico, anche in quest’ottica è fondamentale una regolamentazione.

I dati diffusi, in queste settimane, dall’Istat certificano che nell’estate 2015 (terzo trimestre) sono cresciuti sia gli arrivi (+3,1%) che le presenze (+2,7%); da ciò si evince, con ancor maggior forza, che è fondamentale recuperare: la capacita di ascolto dei mercati, elaborare prodotti nuovi, investire di più nelle politiche di accoglienza e svolgere un’attenta attività di promozione delle destinazioni. A fronte di una crescita delle presenze turistiche, sono di fondamentale importanza servizi pubblici efficienti e risorse ambientali e culturali in ottimo stato di manutenzione. Dovremmo lavorare tutti quanti nella giusta direzione.

Presidente per concludere, ha delle proposte sul tema della Tassa di soggiorno?

L’imposta di soggiorno deve recuperare la sua originale funzione, passando da un’imposta “sul turismo” ad un’imposta “per” il turismo.

Le nostre proposte sono le seguenti:

  • Proporzionalità dell’imposta, ovvero legare l’imposta al prezzo praticato e non al sistema attuale;
  • Uniformità dell’imposta nella sua applicazione;
  • Programmazione;
  • Responsabilità ed oneri di gestione; il gestore non può essere chiamato a rispondere del mancato pagamento dell’imposta da parte del turista, e neanche versare delle somme che non ha incassato (rifiuto del cliente – clienti morosi o inadempienti);
  • Destinazione del gettito. Occorrerebbe che la legge obbligasse tutti i Comuni ad utilizzare le risorse per: azioni di monitoraggio dei mercati; azioni di miglioramento dell’accoglienza turistica; azioni di promozione della destinazione; azioni di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.

 

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